Trovato il punto debole delle cellule tumorali più resistenti

Trovato il punto debole delle cellule tumorali più resistenti , quelle che le cure convenzionali non riescono a uccidere. Quando la chemioterapia fallisce , infatti, provoca cambiamenti nelle membrane delle cellule malate che le rendono più vulnerabili : una falla che è possibile sfruttare per distruggerle. La scoperta è pubblicata sulla rivista Nature Communications e si deve all'Istituto Michael Popp dell'Università di Innsbruck, in Austria. I risultati potranno aprire la strada a strategie terapeutiche innovative controi tumori resistenti.

I ricercatori coordinati da Andreas Koeberle si sono accorti di un meccanismo finora passato inosservato : alcune sostanze tossiche usate nella chemioterapia, pur non uccidendo tutte le cellule, inducono una risposta a questo 'attacco' che fa incorporare nella membrana una maggiore quantità di acidi grassi polinsaturi .

Queste molecole, in alcuni punti della loro struttura, presentano dei legami doppi che causano ripiegamenti: ciò vuol dire che non possono impacchettarsi strettamente tra loro e quindi le membrane che le contengono sono meno solide . Il maggior contenuto di acidi grassi polinsaturi rende le cellule più suscettibili ad un tipo di morte chiamato ferroptosi che, come suggerisce il nome, dipende dal ferro: in questi casi, si accumulano radicali liberi che danneggiano gli acidi grassi, formando buchi nella membrana e causando infine la morte cellulare.

In base ai dati raccolti, il meccanismo sembra essere universale , riguarda cioè tutte le cellule tumorali osservate. "Aggiungendo quindi alle terapie convenzionali sostanze che inducono la ferroptosi - sostiene Koeberle - le cellule tumorali potrebbero infine essere eliminate completamente".

© RIPRODUZIONE RISERVATA