A Cantù il primo musulmano eletto in Consiglio comunale

L’intervista Omar Bourass, già presidente e oggi portavoce dell’associazione Assalam, è stato eletto con Cantù Civica. «Il capannone? Siamo stanchi di questa vicenda, vorremmo solo vivere in pace»

«In Consiglio comunale cercheremo di portare soprattutto il dialogo». Così Omar Bourass, già presidente e oggi portavoce dell’associazione Assalam, la stessa che da anni è impegnata in una contesa legale con il Comune per il capannone di via Milano, utilizzato dalla comunità musulmana anche per pregare. Bourass è stato eletto consigliere comunale con 121 preferenze: il più votato di Cantù Civica, che ha conquistato due seggi. Siederà in minoranza a fianco del candidato sindaco Cecilia Volonté.

Bourass, è entrato in Consiglio comunale. Sensazioni?

«Anche per me, in quanto ad esperienza politica, è la prima volta. Alcune persone mi dicevano che potrei essere il primo consigliere comunale, parte di una comunità musulmana, in tutta la provincia di Como. Sono qui. Siamo qui. Sono tanti i fratelli che mi hanno sostenuto in questa candidatura. Abbiamo provato, senza sperarci troppo, e ha funzionato».

Si è candidato, come ha affermato in campagna elettorale, per promuovere l’uguaglianza. Porterete in Consiglio anche il tema del capannone di via Milano?

«È un tema di cui si occupano ad oggi i nostri legali in altre sedi. Noi a dire il vero siamo anche stanchi di questa lunga vicenda, vorremmo soltanto vivere in pace. Come comunità, certo, siamo fieri di questa elezione. Preciso che non ero l’unico: c’erano anche altri candidati al Consiglio della n ostra comunità. Vogliamo che sia anche un’occasione per farci conoscere meglio dall’Amministrazione, far capire che siamo sul territorio. Che non vogliamo lo scontro. Non vogliamo niente. Chiediamo soltanto di essere lasciati in pace, di poter esercitare nostri diritti».

Sono tanti gli aventi diritti al voto a Cantù di origine straniera che potenzialmente avrebbero potuto sostenerla?

«Mi sono informato, siamo più di 400, tra questi ci sono tanti giovani, tanti sono nati qui, ad ogni modo tanti hanno anche la cittadinanza italiana».

Qual è la sua opinione sul Comune?

«Da parte degli uffici c’è sicuramente ascolto quando ci rivolgiamo agli sportelli per cercare di risolvere un problema. Da questo punto di vista, nulla da dire».

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