Cronaca / Cantù - Mariano
Martedì 02 Gennaio 2024
Addio a Fulvio Marra, era il fondatore della storica pasticceria di Cantù
Lutto Molto conosciuto per la sua attività, aveva 85 anni. Il figlio: «Il mio mentore, uomo che ha sempre lavorato senza mai cercare il clamore. E se n’è andato in silenzio»
Poco interessato al clamore, lui, abituato per una vita a mettersi al lavoro quando ancora tutti dormono, se n’è andato il silenzio, scivolando via ma lasciando dietro di sé un esempio fragoroso di quieta operosità.
È mancato il primo giorno dell’anno Fulvio Marra, che aveva compiuto 85 anni a settembre. Conosciuto davvero da tanti in città, che associano il suo nome al profumo di buono e pulito del pane, ai dolci per le occasioni speciali, al suo lavoro nel forno dell’attività di famiglia, il panificio Marra, attività storica riconosciuta dalla Regione, che tanti premi ha raccolto in questi anni, sotto la guida dei figli Alessandro e Carmen.
Una vita con le mani in pasta
Ma quanta fatica per convincerlo a presenziare, a Milano, qualche anno fa, alla cerimonia di premiazione come miglior panificio d’Italia. Fosse stato per lui, sarebbe rimasto a casa, con le mani in pasta. Tante soddisfazioni e traguardi, ma tutto quanto è stato costruito poggia sulle solide fondamenta poste da lui, Fulvio, e dalla moglie Celestina Ballerini. Perfetta incarnazione dello spirito canturino, pragmatico, ma le sue radici, in realtà, affondano in terra bergamasca, a Suisio. Nel 1970, ormai trasferito a Cantù, i coniugi ritirano il vecchio forno della famiglia Marelli, in piazza Sirtori. Da subito, alla produzione viene aggiunto il negozio con rivendita di pane e generi alimentari vari, dando vita al primo minimarket cittadino.
Nel 1991 entrano a far parte della società i figli, l’attività continua a crescere e apre altri punti vendita con i rispettivi laboratori, fino a che decidono, nel 2008, di unificarli e nasce la grande sede attuale in via Sesia. Dove Fulvio Marra ancora andava, ogni mattina alle 5.30, fino a un mese fa. Per fare da supervisore, ma non solo, perché lui doveva sempre “fa andà i man”. Ancora indipendente, con una vita piena, portato via dall’aggravarsi di un problema cardiaco emerso ai primi di dicembre, contro il quale aveva opposto tutto il suo ottimismo.
«L’ho osservato per tutta la sua vita – racconta Alessandro Marra – lui era mio padre e il mio mentore, per mia sorella Carmen rappresentava l’equilibrio. Un uomo che non ha mai cercato il clamore, che ha sempre lavorato, saggio anche nel saper misurare le proprie energie nel corso della giornata, che finiva alle 21, quando io, bambino, lo guardavo cenare dal bordo del tavolo. Una laboriosa tartaruga».La famiglia ci voleva credere, che sarebbe tornato a casa. Invece, «è scivolato via in silenzio, come ha vissuto, pur avendo fatto grandi cose. Un uomo d’ essenza e di presenza, sempre, senza clamori ma di grande esempio. E generoso, non è mai mancata anche la parentesi della solidarietà verso chi avesse bisogno».
Giovedì il funerale
I funerali di Fulvio Marra verranno celebrati giovedì alle 15.30 nella chiesa di San Teodoro: un ritorno a casa, dove ha sposato la sua Celestina.
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