Addio alla maestra Elena: «Hai seminato amore. Grazie della vita insieme»

Cantù Il commovente addio del marito in una chiesa gremita di alunni e colleghi della donna morta a 41 anni

La chiesa di San Michele, ampia eppure incapace di contenere la folla, immobile anche sul sagrato, per dare l’ultimo saluto a Elena Molteni, maestra della scuola primaria di via Daverio, madre di due bimbe di 9 e 5 anni, morta a 41 anni, in un paio di mesi, per un tumore.

I funerali immersi in un silenzio profondo, quasi irreale. La bara di legno chiaro, sormontata da un cuscino di rose, viene portata verso il carro funebre. Inizia a piovere, come se anche il cielo non riuscisse a trattenere le proprie lacrime. «Il nostro è un autentico cordoglio ma nemmeno la morte può separarci - le parole pronunciate dal prevosto don Maurizio Pessina - Dal cielo Elena aiuterà le sue bimbe a crescere».

Già prima delle 15.30 - ora dei funerali, ieri pomeriggio - la chiesa è strapiena. A pochi passi dalla bara c’è un cartello firmato “I bambini della scuola Ernesto Bianchi”. «Ciao maestra Elena!», c’è scritto in grande, a inchiostro rosso, con un cuore messo sotto l’astina del punto esclamativo. Sopra, altri cuori con i colori dell’arcobaleno, sfumati con i pastelli. Ciascuno con una parola: «la dolcezza», «la disponibilità», «il sorriso», «la gentilezza», «il sostegno», «l’altruismo». Perché così era la maestra Elena.

C’è chi non riesce a trattenere le lacrime. Sensazioni collettive di smarrimento. «Chiedo scusa se le mie parole saranno povere e incapaci di esprimere l’affetto e la partecipazione che vorremmo manifestare - premette all’inizio dell’omelia don Marco Crippa, il sacerdote del seminario di Venegono d’ausilio il sabato e la domenica alla comunità pastorale San Vincenzo - La morte di Elena appartiene a un mistero che a fatica comprendiamo. “Resta con noi Signore, perché si fa sera e abbiamo bisogno della tua luce e della tua grazia, attendiamo una tua parola». Nelle tue mani oggi c’è anche Elena che hai già di certo accolto con te, la stai abbracciando.

Al termine della celebrazione, alcune colleghe leggono un ricordo della maestra Elena. «Alla nostra scuola hai dato tanto, hai fatto tanto, hai lasciato un segno che il tempo non cancellerà. Il tuo sorriso, le tue parole, i tuoi gesti, la tua attenzione, rimarranno impressa nel cuore di chi come me ha avuto il privilegio di averti come amica». «Oggi abbiamo il cuore spezzato. Grazie per il bene e la gentilezza che ci hai donato».

L’ultimo ricordo è quello del marito, Mauro Marzorati: «Pensando a lei, in tutta la sua vita ha seminato tanto amore, amore per le sue bimbe, per la sua famiglia, l’amore per il suo lavoro. Si faceva in quattro per tutti. Era Ele che amava la sua vita fatta di semplicità, di gioia e di tanti sorrisi che dava sempre a tutti. E il sorriso non lo ha mai perso neanche nella malattia. Grazie di questa vita insieme».

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