Cronaca / Cantù - Mariano
Domenica 08 Dicembre 2024
«Addio Giovanni, la tua luce resta accesa»
Carugo Tantissimi amici si sono stretti intorno alla famiglia del ragazzo di 18 anni morto in un incidente in moto Un lancio di palloncini ha accompagnato l’uscita del feretro. Il giovane sarà sepolto in Sicilia, terra della famiglia
Il lancio dei palloncini bianchi verso il cielo grigio di un pomeriggio invernale; gli applausi e le lacrime a solcare il viso, soprattutto dei più giovani.
Carugo ha salutato, per l’ultima volta, Giovanni Parisi, morto mercoledì a soli 18 anni in un incidente con la moto da cross. Una morte che ha sconvolto la comunità, già provata a fine ottobre per un’altra giovane vita, spezzata, anche in quel caso in modo tragico, a pochi giorni dal diciottesimo compleanno. Ed è proprio con questo dolore, immenso e riproposto, a brevissima distanza, che il parroco don Paolo Baruffini ha iniziato l’omelia, in una chiesa gremita.
Una “predica” incentrata sulla speranza e sull’amore di Gesù Cristo, crocifisso e vicino, sempre, al dolore. «Papa Francesco recentemente ha invitato a pregare per i genitori che perdono un figlio. Ha detto che non ci sono parole e che non è naturale che i genitori sopravvivano ai figli. Allora cosa possiamo fare? - si è chiesto don Paolo -. Possiamo stringerci attorno alla famiglia, nella casa di Dio, che è la casa di tutti: di chi crede tanto, poco o addirittura non crede ed anche di coloro che sono morti».
Il parroco ha poi invitato a rivolgere il pensiero a Gesù Crocifisso. «Oggi dobbiamo rivolgerci a Lui – ha detto -.Il Signore rimane nostro amico, soprattutto nel momento della morte. Il Signore parla al cuore. Ha capito cosa ha vissuto l’altro giorno Giovanni, il papà, la mamma, gli amici, i parenti. E’ un Dio sofferente, crocifisso e capisce di più, quelli che stanno male. Chi piange e soffre nel dolore».
Don Paolo ha poi “acceso” la speranza. «Noi possiamo consegnare ai genitori di Giovanni una piccola luce, debole, fragile ma che non si spegne mai: è la luce della fede. E’ l’unico dono -ha detto - che possiamo condividere con la famiglia, schiacciata dal dolore. E poi abbiamo una certezza:è una questione di anni (tanti o pochi non possiamo saperlo) ma poi ci ritroveremo e rivedremo le persone care che sono morte. Papà Rosolino e mamma Maria Pia, voi potrete ritrovare Giovanni. L’attesa sarà difficile e vi metterà alla prova, ma diventerà desiderio di rincontrarsi. Gesù è in croce fino all’ultimo dolore di questo mondo».
Erano tanti i giovani presenti alla cerimonia e il parroco ha concluso l’omelia con un pensiero per loro: «Potete scrivere una pagina nuova, con il bene e con l’impegno. Dio non è assente e non dovete smettere di pregare. Dovete avere fede. E potete stare accanto alla famiglia, più con i gesti che con le parole».
Al termine della messa il feretro è uscito sul piazzale ed è stato accolto con il lancio dei palloncini bianchi. Il silenzio è stato spezzato dagli applausi dei presenti, in particolare i più giovani che hanno salutato l’amico, con le lacrime agli occhi. E che hanno circondato, per lunghissimi minuti, il carro funebre, stringendosi attorno alla famiglia, e quasi per impedirne la partenza verso l’ultimo viaggio. Un lungo viaggio che ha portato la salma di Giovanni sino in Sicilia, per essere sepolta nel cimitero di Lercara Friddi, in provincia di Palermo.
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