Alpinista comasco disperso sul Bianco con un’amica: soccorritori bloccati

Cabiate Andrea Galimberti, 53 anni, è uno dei quattro escursioni scomparsi sabato. Con lui un’amica ligure: «Rischiamo di morire congelati»

Ci hanno sperato per tutto il giorno, gli uomini del Soccorso alpino valdostano, di poter essere portato con l’elicottero sulla cima del Bianco per cominciare le operazioni di ricerca dei due escursionisti italiani, e due stranieri, dispersi da sabato pomeriggio. Ma, purtroppo, nonostante il tentativo di sorvolo e di calata con il verricello in quota grazie a una schiarita, «è stato impossibile avvicinarsi». Domani sono previste condizioni migliori che potrebbero permettere nuovi tentativi.

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Tra gli alpinisti dispersi c’è anche un comasco: Andrea Galimberti, 53 anni, alpinista esperto, era partito per una scalata con l’amica Sara Stefanelli, ligure. Sabato, insieme ad altri due escursionisti coreani, Andrea e Sara sono rimasti bloccati a causa del maltempo non lontani dalla vetta a ben 4.500 metri di quota, per la precisione l’ultima localizzazione lì dava nelle vicinanze del Dôme du Goûter, una delle cime più alte del gruppo Bionnassay-Goûter, lungo la linea di confine tra Italia e Francia.

L’allarme era scattato nel pomeriggio di sabato quando gli stessi escursionisti avevano chiamato i soccorsi per chiedere aiuto. I due stavano scendendo dalla cima quando sono rimasti bloccati a causa delle condizioni meteo. All’improvviso, infatti, come da loro stesso raccontato al personale del Soccorso Alpino si era alzata una nebbia fitta: «Non vediamo nulla, abbiamo perso l’orientamento. R rischiamo di morire congelati» avevano detto al telefono. Quindi si sono persi i collegamenti: verosimilmente i loro telefoni cellulari si sono scaricati.

Per tutta la giornata di domenica è stato impossibile inviare in vetta i soccorsi, sempre a causa delle proibitive condizioni del tempo. «A causa della situazione meteo non ci sono evoluzioni per il momento», avevano spiegato all’Ansa dal Peloton de gendarmerie de haute montagne di Chamonix. L’elicottero del Soccorso alpino Valdostano si è alzato in volo per perlustrare le zone raggiungibili senza incorrere in banchi di nebbia, ma il problema è che non si sa esattamente dove cercare: la posizione degli alpinisti, infatti, non la si conosce.

I due alpinisti sabato sono riusciti a fornire le proprie coordinate, prima che i loro telefoni si spegnessero. Si trovavano a 4.600 metri di quota, lungo la via normale francese del Goûter. Ai 4.750 metri di quota del colle Major, sul Bianco, la temperatura misurata la notte scorsa da una centralina di Arpa Valle d’Aosta è scesa a quasi -13 gradi. I soccorritori sperano che i due italiani siano riusciti a ripararsi dal gelo e dalla bufera scavando una profonda buca nella neve, o calandosi in un crepaccio. Il rifugio più vicino è Capanna Vallot, a 4.362 metri. La salita iniziata alle 2 di notte di sabato dal rifugio des Cosmiques per affrontare la via normale francese dei Trois Mont Blanc è durata più del previsto: la cordata è arrivata ai 4.810 metri della vetta intorno alle 13. Undici ore, rispetto a un tempo che di solito va dalle quattro alle sei. Proprio una volta iniziata la discesa, lungo la via normale del Goûter è iniziato il loro incubo: l’arrivo della nebbia, la perdita dell’orientamento e la chiamata, disperata, ai soccorritori.

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