Cronaca / Cantù - Mariano
Martedì 04 Giugno 2024
Più coltellate e non per difendersi. Baby gang, l’accusa: tentato omicidio
Cantù In casa dei sospettati abiti sporchi di sangue. I tre minorenni (14, 16, 17 anni) al Beccaria - Al Bassone il maggiorenne. I due feriti gravi (colpi a torace e addome) stazionari in rianimazione
Le case sono state perquisite. Gli uomini dell’Arma hanno trovato indumenti in tutto e per tutto compatibili con quelli ripresi dai video privati e dalle telecamere puntate su piazza Garibaldi. Ed in più, ad ulteriore conferma, c’erano sugli stessi anche macchie di sangue che ora verranno analizzate. Vestiti che sono stati posti sotto sequestro e che finiranno nelle pagine dell’inchiesta sul tavolo del pubblico ministero Giuseppe Rose che parte dall’ipotesi di reato pesantissima di tentato omicidio, cui si è aggiunta quella di rissa.
Rissa o aggressione deliberata?
Quest’ultimo reato è tuttavia al vaglio, perché potrebbe non essersi trattato di una rissa, cioè del confronto tra due gruppi di persone che si sarebbero sfidati, bensì di una aggressione deliberata – i cui motivi devono ancora essere capiti – portata avanti dai ragazzini della baby gang che infesta il centro di Cantù in questi mesi. Questa, almeno, è una delle ipotesi investigative che sembrerebbe essere suggerita dalla visione dei video in mano agli inquirenti che devono ancora essere riscontrati con dichiarazione e testimonianze ma in cui a partire all’attacco parrebbero i ragazzini.
Un altro elemento sarebbe al vaglio dei carabinieri, ovvero il fatto che i feriti potrebbero anche essere stati colpiti non una sola volta per “difendersi”, ma – almeno per due delle tre vittime – con più fendenti al torace e all’addome. Ancora da capire invece i ruoli dei diversi arrestati, soprattutto dei tre minorenni ma anche del maggiorenne già ben noto alle forze dell’ordine, quel Reda Tamra – nato a Cantù, cittadino italiano di seconda generazione, 18 anni – che si trova al Bassone in attesa di essere interrogato. Tamra si è presentato spontaneamente, nella serata di domenica, dai carabinieri.
Telecamere e testimoni
Avrebbe provato a dire di essersi difeso da provocazioni fatte da altre persone, ma la sua versione sarà ora confrontata con quanto ripreso dalle telecamere e con quanto raccontato dai testimoni, compreso il primo dei tre feriti che ha fatto ritorno a casa mentre gli altri due sono ancora ricoverati al Sant’Anna e al San Gerardo di Monza.
Da quello che sarebbe comunque stato ricostruito fino ad ora, Tamra – ritenuto l’autore delle coltellate, tutte le lesioni sono infatti da arma da taglio e non da colpi di bottiglia come era apparso in un primo momento – avrebbe colpito un ragazzo che si trovava davanti a lui, dando poi il via al parapiglia. Oltre a Tamra, conosciuto in piazza semplicemente come Reda, sono tre i minori che sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Cantù e portati poi nel carcere minorile del Beccaria a Milano. Tutti sono figli di immigrati, italiani di seconda generazione nati a Cantù, di 17, 16 e addirittura di 14 anni.
A proposito del quattordicenne, al vaglio del pm c’è anche un episodio avvenuto subito prima alle pugnalate che non è chiaro se possa o meno essere legato ai fatti. Un ragazzo maggiorenne residente in città ha denunciato di essere stato derubato di una collana d’oro che portava al collo proprio la stessa notte in via Manzoni, ovvero a pochi passi dalla piazza. L’autore del colpo è stato riconosciuto proprio nel ragazzino arrestato che ora, oltre al tentato omicidio e alla rissa dovrà rispondere anche del furto con strappo.
Tornando alle condizioni dei due ancora ricoverati, sia il canturino di 33 anni portato al San Gerardo di Monza, sia il novedratese di 44 anni (al Sant’Anna) sono ancora in gravi ma stabili e tra i medici trapela ottimismo. Non sarebbero più considerati in pericolo di vita.
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