Baby gang, i minori in comunità: ma il maggiorenne resta in cella

Cantù È l’esito degli interrogatori dei quattro arrestati dopo l’aggressione di notte in piazza Garibaldi

Si sono svolti mercoledì gli interrogatori dei quattro ragazzi arrestati e sospettati dalle rispettive procure (quella di Como per il maggiorenne, e quella dei minori per i tre non ancora diciottenni) di un triplice tentato omicidio ai danni di persone presenti in piazza Garibaldi nella notte tra sabato e domenica, aggrediti a colpi di coltello. Due di loro, un uomo di Cantù di 33 anni e uno di Novedrate di 44 anni, erano anche finiti nei reparti di Rianimazione degli ospedali Sant’Anna e San Gerardo, quest’ultimo a Monza.

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Il diciottenne, Reda Tamra (di Cantù), assistito dall’avvocato Iacopo Fonte, ha risposto a tutte le domande del giudice delle indagini preliminari di Como, Massimo Mercaldo, ricostruendo – dal suo punto di vista – i fatti della notte per cui si trova in carcere. La difesa ha anche chiesto la non convalida del fermo (chiesto dal pm Giuseppe Rose) sostenendo l’assenza del presupposto del pericolo di fuga. Il gip tuttavia, con una riserva che è stata sciolta ieri, ha convalidato il tutto disponendo la permanenza al Bassone del sospettato che, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe anche il giovane che avrebbe inferto le coltellate in un quadro che presuppone comunque una ricostruzione dei fatti ancora in corso.

Poco invece trapela in merito agli interrogatori del tre minorenni, tutti canturini di seconda generazione di 14, 16 e 17 anni e che facevano parte della stessa baby gang del diciottenne. Si sa solo che la misura cautelare del carcere, disposta in un primo momento, è stata sostituita da quella meno afflittiva del collocamento in una comunità esterna al Beccaria. Da ieri, dunque, i tre sono usciti dal carcere.

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L’impianto accusatorio tuttavia, dopo il primo vaglio del passaggio dai tavoli dei giudici, ha retto con misure cautelari che sono rimaste in essere. Ricordiamo che il pm contesta il tentato omicidio, mentre sarebbe venuta meno l’ipotesi di rissa: questo lascerebbe pensare a un convincimento – dettato forse dalle immagini in mano ai magistrati – che i ragazzi abbiano aggredito i più grandi. Non si tratterebbe dunque di un confronto tra due gruppi bensì di uno vittima dell’altro.

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