Braccio di ferro tra Rapinese e Galbiati sulla Gran Fondo: «La corsa resta a Cantù»

Ciclismo Il sindaco di Como ha annunciato che farà di tutto per riportare la gara in riva al Lario. La collega replica duramente: «Bisogna ragionare in ottica di territorio, piuttosto che di campanilismo».

Due gare ciclistiche in grado di catalizzare grande attenzione e folto pubblico, una a Como e una a Cantù. Una situazione equa, con benefici e disagi – ovvero le modifiche alla viabilità e il malcontento degli automobilisti – divisi a metà, che in città si intende fare il possibile per mantenere tale.

Una, il passaggio del Giro di Lombardia sulle strade di Como, con il tradizionale arrivo sul lungolago accolto sabato dal pubblico delle grandi occasioni. L’altra, il giorno seguente, la Gran Fondo Lombardia, con oltre 1.700 ciclisti amatori iscritti, che hanno corso, però, sotto una pioggia battente che ha ridotto drasticamente gli spettatori. Nelle passate edizioni della manifestazione organizzata da Rcs Sport, le cose erano andate in maniera ben diversa.

Appuntamento di rilievo

Un appuntamento di rilievo, tanto che il sindaco del capoluogo Alessandro Rapinese ha espresso molto chiaramente la volontà di ospitarlo in riva al lago: «Como è terra di ciclismo e tale resterà - ha dichiarato a La Provincia - l’ho già detto agli organizzatori che erano felicissimi per la riuscita della manifestazione. Proprio per questo farò di tutto per portare a Como anche la Gran fondo».

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Il sindaco Alice Galbiati, domenica mattina in piazza sotto la pioggia per premiare gli eroici e fradici tre primi classificati, non è della stessa opinione: «Per eventi di grande richiamo, come Il Lombardia e la Gran Fondo ma non solo, io credo che sia più vincente ragionare in ottica di territorio, piuttosto che di campanilismo. Quindi, per quanto ci riguarda, contiamo di mantenere la Gran Fondo a Cantù, tanto che domenica, a margine della gara, abbiamo già iniziato a discutere dell’organizzazione del prossimo anno con il responsabile di Rcs Luca Onofrio».

Pacata, ma netta. Come il vicesindaco e assessore al Commercio Giuseppe Molteni: «Teniamo tutti molto al fatto che la Gran Fondo resti a Cantù. Mi auguro che l’assessore competente lavori per fare il possibile per evitare che possa accadere qualcosa di diverso». L’assessore chiamato in causa è quello allo Sport, Antonella Colzani: «La Gran Fondo a Como? Non credo proprio. Abbiamo già parlato con gli organizzatori per l’edizione dell’anno prossimo. Si tratta di un evento internazionale, prestigioso, e ora che l’emergenza Covid è passata si possono anche pensare eventi collaterali». Como, continua, «ospita il Lombardia e Cantù la Gran Fondo. Così si diversifica sul territorio, mi sembra una scelta di buonsenso».

La distribuzione dei pettorali

Non è stato gradito in città in fatto che la consegna dei pettorali, quest’anno, sia avvenuta sabato a Como, portando nel capoluogo i corridori: «Si è trattato di una scelta dell’organizzazione - spiega Colzani -, con noi non c’è stato nessun accordo. Ma abbiamo puntualizzato la cosa».

Tra chi non ha apprezzato questo diversivo anche Alessandro Bolla, referente cittadino di Confcommecrio, che si augura che Rapinese non riesca nel suo intento: «Capisco che trovi la Gran Fondo attrattiva, abbiamo visto che è in grado di muovere numeri importanti. Se la distribuzione dei pettorali fosse avvenuta in città si sarebbe potuto pensare a organizzare degli eventi nel fine settimana. Perdere questo appuntamento sarebbe davvero un peccato per Cantù, e mi auguro che l’amministrazione voglia lavorare perché questo non succeda».

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