Cantù contesta il futuro pedaggio: «Milano-Meda a pagamento, follia»

Le nostre tasche La “super” è utilizzatissima da artigiani, industriali e commercianti brianzoli. Sollevazione da parte delle categorie: «Ennesima tassa sulle imprese e sulla gente che lavora»

A protestare, sono artigiani, industriali e commercianti di Cantù e dintorni. Tutti concordi nel bollare come una follia l’introduzione del pedaggio sulla Milano-Meda: la superstrada utilizzatissima dagli imprenditori, oltre che da impiegati, lavoratori di ogni genere e studenti universitari. Usata per raggiungere - chi quotidianamente, chi quasi- Milano o provincia. Una tassa sulle imprese, l’ennesima, come si afferma. E sulla gente che lavora. A cui Cantù dice chiaramente no.

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Il pedaggio, secondo quanto riportato, verrà introdotto nel tratto finale della Milano-Meda, tra Lentate sul Seveso e Bovisio Masciago, inglobato così alla Pedemontana. La tariffa: ancora da quantificare. Sul piede di guerra, i sindaci dei Comuni interessati del Milanese, che temono ripercussioni pesanti sulla viabilità locale. E, ora, anche i canturini che usano l’autostrada per lavorare.

«Il pedaggio è surreale: sono sbigottito»

Il presidente della consulta per l’economia di Cantù

Per Alessandro Marelli, presidente della Consulta per l’Economia di Cantù e presidente della delegazione cittadina di Confartigianato Como: «Pensare di mettere il pedaggio sulla Milano-Meda è surreale - dice - Sono sorpreso e sbigottito. Sono tantissimi gli artigiani che lavorano utilizzando la superstrada. Falegnami, dato che una parte di indotto importante del legno insiste su quella zona. Idraulici. Elettricisti. E tanti altri. Per tutti loro, sarà un ulteriore esborso. Ma dato che poi tantissime persone si rifiuteranno di pagarla, il traffico andrà a riversarsi su tutte le altre strade. Alla faccia di tutti i bei discorsi sull’ambiente. Davvero, mi sembra qualcosa di allucinante, di surreale. Da delirio. La Milano-Meda è l’anello di collegamento tra la Brianza monzese e la nostra: la politica dovrebbe intervenire, senz’altro».

Per Pasquale Diodato, presidente di Cna Como: «È una follia, uno sbaglio - dice - idea da bocciare. Non farà altro che ingolfare i paesi. Già chi oggi deve essere a Milano alle 8.15 deve comunque partire alle 6.30 da Cermenate, per non trovarsi poi fermo a Seveso. Senza contare il danno economico per chi deve lavorare. E l’inquinamento? Sarà un ulteriore balzello sulle spalle delle imprese e della gente. Siamo nettamente contrari».

«Siamo trattati come bancomat»

Confcommercio Como

Anche i commercianti si spostano spesso da e per Milano, come ricorda Alessandro Bolla, referente cittadino di Confcommercio Como. «È qualcosa di assurdo - dice - ma veramente: senza senso. Ha perfettamente ragione Angelo Orsenigo (consigliere regionale Pd, contrario al pedaggio sulla Milano-Meda, ndr) a dire che siamo trattati come un bancomat. Non esiste. È qualcosa che mi lascia senza parole. Non so nemmeno cosa potrà succedere sulle strade alternative. Un’idea da fuori di testa. Ma dobbiamo essere spremuti come limoni? Faccio fatica a pensare che qualcuno possa averla pensata. Dobbiamo fare le cavie noi e pagare per tutti? Abbiamo un assessore regionale del territorio, Alessandro Fermi (Lega, ndr, delega all’innovazione), mi chiedo che cosa ne pensa».

Per Maurizio Riva, Riva 1920, nota griffe del mobile: «Pagare un euro o più... per fare la coda sulla Milano-Meda? Non mi sembra il caso. A quel punto, meglio andare direttamente in autostrada, la A9. Io la Milano-Meda già oggi non la uso più: il carburante sprecato in coda supera i costi del pedaggio dell’A9. Figuriamoci che senso ha metterla a pagamento».

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