Cantù, dibattito acceso tra sicurezza, viabilità e De Amicis

Verso il voto Solo l’Arena del basket mette tutti d’accordo al confronto de “La Provincia”. Occhi puntati e preoccupazioni sulla baby gang, punzecchiature sulla sfida Lega-Fratelli d’Italia

Sembra sonnacchiosa la campagna elettorale che si avvia al termine, con il voto lontano una manciata di ore ormai. Ma basta mettere i tre candidati allo stesso tavolo per vedere qualche scintilla. Campagna 2024, ma le tematiche non sono poi così diverse da cinque anni fa: la questione sicurezza, la viabilità e lo scontro sulla Canturina bis, il destino del comparto De Amicis, la moschea. E l’Arena del basket, unico argomento che mette tutti d’accordo.

Temi sui quali si sono confrontati ieri sera i candidati alla fascia di tricolore chiamati a raccolta nell’aula magna dell’istituto Sant’Elia da “La Provincia”, come ormai da tradizione, in vista dell’appuntamento con le urne di sabato e domenica, rispondendo alle domande del caporedattore centrale Francesco Angelini. Tre i candidati, il sindaco Alice Galbiati per il centrodestra unito, Antonio Pagani per il Pd e la lista Noi con Antonio Pagani e Cecilia Volontè per Cantù Civica. Sicura e istituzionale la prima, pacato ma solido e preparato il secondo, la più battagliera e diretta la terza.

I fatti di sangue in piazza Garibaldi

Confronto che ha ben rispecchiato la campagna elettorale vista sinora, tutto sommato poco conflittuale. Ma bastano una parola o un aggettivo a far scattare reazioni stizzite e a far alzare la voce anche a qualcuno tra il pubblico. Si parte dalla cronaca, che con la sua violenza, i fatti di sangue in piazza Garibaldi, è entrata a gamba tesa nel dibattito. Problema molto grave e complesso, riconosce il sindaco Galbiati, rivendicando l’attenzione dei servizi sociali che già conoscevano i giovani protagonisti di questi fatti, e che richiede un’azione sinergica tra tutte le agenzie istituzionali ed educative, oltre alla conferma degli investimenti sulla sicurezza. Investimenti sì, secondo Pagani ma principalmente sull’educazione, l’integrazione, perché anche con il Piano per il diritto allo studio si può cambiare la realtà di chi vive ai margini. Cecilia Volontè picchia duro e dice che Cantù è come il Bronx, conia il neologismo Mercolering e dice che da anni la sicurezza è il sempiterno slogan del centrodestra, e questi sono i risultati, con la piazza prima in mano della criminalità organizzata ora di giovanissimi violenti.

«Duello che non vivo con pathos»

Elezioni che, a Cantù, vedono il centrodestra partire favorito, e Angelini punzecchia Galbiati, visto che il centrodestra oggi pacificato fino a poche settimane fa era decisamente belligerante.

Durerà? Chi la spunterà tra Lega e Fratelli d’Italia? «Non vivo con particolare pathos questa competizione interna - replica composta il sindaco - tutti i candidati vogliono fare bene per il bene della città. Per quanto riguarda il passato, abbiamo avuto un incontro chiarificatore su quelle che sono state incomprensioni. Ma presentarsi uniti è stato un atto di intelligenza e saggezza politica».

Tonico Pagani: «La loro questione interna non mi ingaggia più di tanto e come sia stato risolto o meno a me non interessa molto, perché punto ad arrivare primo io. La mia è una squadra coesa, scelta in base a competenze, e posso dire che nella prossima amministrazione non forniremo situazioni come quelle degli ultimi 5 anni». Anche più decisa Volontè: «I loro litigi possono continuare come meglio credono. Quello che mi preoccupa, se dovessero venire confermati, è la possibilità che ripropongano i continui litigi che hanno prodotto un immobilismo che dura da 7 anni, 7 anni in cui non è stato fatto nulla».

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