Cantù non trova un accordo per la nuova giunta

Dopo il voto Lega e Fratelli d’Italia chiedono tre posti, Forza Italia due e Cantù Sicura uno Ma i posti tra assessorati e presidenza del consiglio sono otto, non nove

In campagna elettorale l’ironia più diffusa era sull’ipotesi di durata della luna di miele all’interno del centrodestra, ricompattato per portarsi a casa la vittoria con il 62% senza passare dal ballottaggio. E a quanto pare l’aria s’è già fatta bella frizzante dalle parti di piazza Parini prima ancora di formare la giunta. Anzi, proprio per la formazione della giunta. Sono giorni di consultazioni, con le delegazioni politiche riunite per trovare una soluzione che non scontenti nessuno. Che potrebbe arrivare proprio in queste ore.

Venerdì il primo consiglio

Che dovrebbe, visto che venerdì alle 20.30 è in programma la seduta d’insediamento del nuovo consiglio comunale ancora guidato dal sindaco Alice Galbiati, che come vice avrà il meloniano Valeriano Maspero, nell’aula magna delle scuole medie Pellegrino Tibaldi in via Manzoni.

Il nodo da sciogliere, relativo al fatto che si contano almeno nove casacche da assegnare, ma i posti disponili sono otto. Sette assessori (più il sindaco), numero massimo concesso dalla norma per una città delle dimensioni di Cantù, e poi il presidente del consiglio. Il sindaco quindi, dopo aver vinto in scioltezza contro gli avversari, ora si trova a dover trovare la quadratura del cerchio per non cominciare il mandato contando già in maggioranza qualche scontento. Magari che si trasformi in franco tiratore.

La sorpresa Metrangolo

A rendere difficile far tornare i conti, a quanto pare, l’inossidabile e in questo caso un po’ ingombrante Antonio Metrangolo di Cantù Sicura, forte di un sorprendente 6% che probabilmente nessuno s’aspettava di dover onorare. Veterano del consiglio, dove è entrato per la prima volta nel 1980 con l’Msi, e fedelissimo del sottosegretario Nicola Molteni. Il fatto che la giunta sia così affollata, insomma, non lo scompone e non sembra voler fare passi indietro. Nessuno vuole farli. A Fratelli d’Italia, stando alle speculazioni da campagna elettorale, sarebbe stati garantiti almeno tre posti.

Un paio di assessorati sono già certi, il vicesindaco Valeriano Maspero e tra i più votati si incontra Natalia Cattini. I meloniani reclamano stavolta deleghe di peso, dal Bilancio all’Urbanistica. Un terzo posto potrebbe quindi essere la presidenza del consiglio, si spende il nome di Serafino Novati, storico esponente di FdI. Anche Forza Italia, forte di un buon risultato, non si accontenta e vuole due assessorati, per Andrea Lapenna, terzo più votato della tornata, con 268 preferenze che pesano, e Matteo Ferrari con 251.

Nella Lega due assessorati sono scontati, i campioni di preferenze, l’assessore uscente ai Lavori Pubblici e Sicurezza, Maurizio Cattaneo, con 444, e la collega al sociale Isabella Girgi con 331. Ma visto che il partito – che esprime anche il sindaco – è maggioranza relativa, anche se con un distacco contenuto, l’ipotesi di un terzo solletica e potrebbe non essere del tutto tramontata. In ballo il destino del vicesindaco uscente Giuseppe Molteni con 265, non più riconfermato per i nuovi equilibri politici interni. Equilibri di fronte ai quali dovrebbe poter dire un amaro addio all’esecutivo.

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