Cantù, quattro arresti vip della Finanza. In manette due ex assessori: «Facevano fallire società immobiliari per non pagare le tasse»

L’inchiesta Sono accusati di non aver pagato le imposte e aver trasferito ingenti somme di denaro in Svizzera. Uno degli ex amministratori accusato di strani giri societari quando era in giunta a Cantù

Ad un certo punto della sua vita, l’immobiliare Forma Urbis srl di via Unione decide di lanciarsi in un affare internazionale, e comprare il ramo di azienda di una società svizzera specializzata in gestione di energie rinnovabili. Un milione di euro prende il volo, apparentemente in modo legale, alla volta dei forzieri elvetici.

La banca che riceve l’ordine, segnala l’operazione come sospetta. La Guardia di finanza accende i riflettori. E il risultato è l’arresto, clamoroso, di quattro insospettabili.

Il nucleo di polizia economico finanziaria di Albate ha fatto scattare le manette, ieri, ai polsi di due ex assessori canturini e di due professionisti, tutti accusati di bancarotta fraudolenta e frode fiscale, finalizzata a una evasione milionaria. In carcere sono finiti, la presunta mente del sistema illegale Claudio Ferrari, canturino di 54 anni, già assessore all’Ambiente sotto la giunta Sala e ora residente a Vacallo; il suo braccio destro, Giorgio Quintavalle, pure lui canturino, 50 anni e potentissimo assessore allo sport all’epoca dell’amministrazione Arosio, nonché attuale presidente nazionale della Sezione Salvamento della Federazione italiana nuoto; l’immobiliarista Fabrizio Arnaboldi, 51 anni residente a Cantù e infine Luca Della Fontana, liquidatore e beneficiario - secondo l’accusa - di una serie di distrazioni di fondi.

L’inchiesta - coordinata dal pubblico ministero Antonia Pavan e condotta dai finanzieri del nucleo di Albate - è partita da due elementi: il già citato bonifico da un milione di euro, secondo gli investigatori nient’altro che un modo per far fuggire i fondi illeciti verso la Svizzera, e la dichiarazione di fallimento di ben tre società immobiliari: la Forma Urbis srl (travolta dal dissesto nell’aprile dello scorso anno e fallita con un rosso da 1,6 milioni), la Cantieri Moderni Real Estate srl (fallimento del 2019, passivo da oltre 1 milione di euro), la Cantieri Moderni srl (fallita lo scorso aprile con mezzo milione di obbligazioni erariali mai pagate). Oltre a questo, contestata anche la bancarotta per la richiesta di concordato della Immobiliare Ifir (oltre 900mila euro di debiti con il fisco.

In buona sostanza, secondo gli investigatori, lo schema ideato - almeno stando all’ipotesi accusatoria, in attesa di comprendere la linea difensiva - da Ferrari e Quintavalle, prevedeva che le società immobiliari non versassero al fisco quanto dovuto. Quindi, prima che l’accertamento tributario diventasse esecutivo, le società stesse venissero svuotate trasferendo ingenti fondi a favore degli indagati oppure verso società anonime svizzere. Tracce di operazioni all’apparenza (almeno secondo gli investigatori) sospette, risalgono addirittura al 2008 proprio negli anni in cui Ferrari ricopriva l’incarico di assessore all’Ambiente di Cantù. A quell’epoca l’ingegnere canturino ha creato una cooperativa, la Sviluppo Urbano, che era riuscita a ottenere in convenzione dal Comune di Fino Mornasco dei terreni, sui quali avrebbe dovuto realizzare una scuola primaria, una casa di riposo, un impianto alimentato da fonti rinnovabili, un immobile commerciale e un autolavaggio.

In realtà quei terreni sono stati invece rivenduti al gruppo Eurospin, all’International School e a un autolavaggio (tutti soggetti ovviamente del tutto ignari del giro contestato dalle Fiamme gialle) realizzando una plusvalenza di ben 2,5 milioni di euro. Denaro su cui non sarebbe stato pagato un euro di tasse. I finanzieri hanno anche provveduto a eseguire un sequestro per equivalente: si dà la caccia a oltre 4 milioni di euro.

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