Cento auto rubate e vendute a pezzi: nove persone patteggiano da due a cinque anni

Mariano La base in una officina di via Pollirolo scoperta da Carabinieri e Polizia stradale. Tra gli accusati un uomo di Cabiate e due fratelli di Cantù. Davanti al Gup multe per 40mila euro

L’accusa della Procura di Como, in un fascicolo che era stato coordinato dal pubblico ministero Massimo Astori, era quella di associazione per delinquere e di riciclaggio.

Secondo le ipotesi di reato, almeno un centinaio di auto rubate erano finite con il convergere su una officina di Mariano Comense dove poi venivano smontate e rivendute pezzo per pezzo. Erano stati addirittura due i fascicoli poi portati avanti dalla pubblica accusa (uno della polizia stradale e uno dei carabinieri) nati da una indagine sul territorio e (il secondo) dopo un intervento in flagranza di reato.

La ratifica

In totale, gli indagati iscritti sul registro della Procura erano stati dieci. E nella giornata di mercoledì, la gran parte dei sospettati ha scelto di patteggiare una pena compresa tra un minimo di due anni ed un massimo di cinque. Accordi che sono stati ratificati dal giudice dell’udienza preliminare Walter Lietti che in precedenza aveva riunito i due fascicoli rimasti fino all’ultimo disgiunti. Questi sono stati i patteggiamenti: 5 anni e 9.000 euro di multa per Vincenzo Amoruso (43 anni di Sesto San Giovanni), stessa pena anche per Enrico Morellini (58 anni di Cantù) mentre il fratello Giovanni (entrambi rappresentati dall’avvocato Raffaele Bacchetta) ha raggiunto l’accordo sui 4 anni e 6.000 euro di multa.

Le sentenze

Tre anni per Roberto Gioffreda (55 anni di Cabiate, con 5 mila euro di multa), 3 anni e 10 mesi (e 6 mila euro) per Mohammed Hachimi, 42 anni, residente a Monza. Due anni a testa di accordo sulla pena poi (con multe dai tremila cinquemila euro) per Elsayed Ibrahim (egiziano di 35 anni, domiciliato a Milano), Mohammed Tabit (45 anni, marocchino di Inverigo) e Youssef Ezziyani (marocchino di 31 anni, residente a Milano). Due anni infine, sempre con cinquemila euro, anche per un altro marocchino, Abdelhakim Markoni, 35 anni, residente a Milano. Brahim Lahmami, ennesimo marocchino di 23 anni residente a Parabiago, aveva invece scelto il rito abbreviato uscendone con due anni e 10 mesi (4.200 euro di multa).

L’indagine era emersa a inizio del 2022 dopo che i carabinieri di Cantù avevano sorpreso in flagranza di reato i sospettati che, dopo il furto di una Golf a Milano, la stavano smontando nell’officina di Mariano. Sulla stessa officina stava lavorando anche la Polizia Stradale, che seguiva i movimenti dei due fratelli e quanto accadeva nello spiazzo di via Al Pollirolo. Secondo l’ipotesi investigativa, sarebbero state almeno un centinaio le auto confluite su Mariano Comense per essere smontate e rivendute pezzo per pezzo.

Riciclaggio

La Procura ha poi diviso la banda in due, da una parte gli organizzatori (i due Morellini, Amoruso, Hachimi, Gioffreda) e dall’altra chi partecipava alle attività di «riciclaggio di autoveicoli di provenienza furtiva – si legge nel capo di imputazione – ai fini di lucro». Vetture smontate in capannoni, officine e immesse sul mercato come pezzi di ricambio. Le parti non più utilizzabili venivano poi demolite.

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