Credeva di vendere un quadro: «Mi hanno truffato 400 euro»

Mariano Comense Daniela Manicchio: «Racconto la mia disavventura per evitare che succeda ad altri. «Doveva pagarmi, invece le ho fatto io la ricarica»

Aveva messo in vendita la riproduzione in tela di un noto cartone animato, ma invece di incassare i soldi chiesti come prezzo per il quadro, ne ha persi 400. Questo è quanto successo a Daniela Manicchio che ha scelto di raccontare la propria storia per evitare che altri cadano vittima di quella denunciata come una truffa ai Carabinieri di Mariano. Tutto inizia lo scorso sabato quando la signora viene contattata da un’acquirente, Maria, interessata al quadro “Margot di Lupin III” messo in vendita dalla marianese sul portale dedicato alle compravendite, Subito.it.

Un racconto credibile

«La donna interessata ad acquistare la tela mi spiega di avere un negozio dell’usato a Milano e che un suo cliente, vedendo la foto del quadro, le ha chiesto di poterlo avere» racconta Daniela che così alle 12 di una settimana fa si accorda per la vendita accolta con felicità dalla marianese. «Mi spiega che avendo un’attività mi manderà lei un corriere a ritirare l’opera - prosegue -. Mi dice di recarmi a uno sportello delle Poste Italiane, inserire la mia carta bancomat a cui avrebbe agganciato la sua per pagarmi, invece, le ho ricaricato io la sua PostePay».

Perché un passo dopo l’altro dettato al telefono, dallo sportello delle poste cittadine la marianese ha versato 400 euro a quella che doveva essere l’acquirente. «Ripeteva che avrei visto i soldi sul conto, garantiva la sua onestà» prosegue Daniela che, allo scemare dell’euforia per la vendita, ha via via realizzato di essere stata vittima di una truffa denunciata come tale ai Carabinieri. «La donna mi ha chiesto anche un bonifico, l’ho fatto, le ho mandato l’istantanea salvo poi bloccarlo subito per non perdere atri soldi, ma non ho ricevuto niente. Ho un nome, cognome, iban e numero di telefono per questo l’ho denunciata».

Contattato dalla marianese anche il negozio di Milano che, ignaro dell’utilizzo del suo nome da parte dell’acquirente, farà denuncia per tutelare la sua immagine. Passata l’amarezza nello scoprirsi raggirata, Daniela ha deciso di rendere pubblica la sua esperienza perché non accada ad altri. Per questo ha raccontato nel dettaglio le richieste da cui emerge un modus operandi chiaro, quello di spingere il venditore a inserire la propria carta bancomat allo sportello delle poste per poi indurlo a fare quella che si rivela una ricarica a una prepagata. «Ero in buona fede e così pensavo anche l’acquirente trovato su un portale dove ho avuto buone esperienze di vendita in passato» ha ricordato la marianese sottolineando le capacità persuasorie del fantomatico cliente.

«Sono stati convincenti»

«Non sono una sprovveduta, eppure mi è successo: sono stati convincenti, mi parlavano in una normale telefonata sul cellulare e, forse, l’euforia per la vendita riuscita mi ha offuscato un po’ all’inizio – ammette Daniela che chiosa -. Ero arrabbiata con me stessa, anche per dover spiegare l’accaduto alla banca che mi ha detto come non sono la prima a cadere in questo raggiro. Anzi, ci sono persone che hanno perso cifre maggiori della mia. Non potendo recuperare i soldi, ho scelto di raccontare la mia storia perché se ne parli e le persone, conoscendola, non ne cadano vittime».

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