Cronaca / Cantù - Mariano
Giovedì 09 Gennaio 2025
Dalle minacce con il coltello al cappio «Atti persecutori». Ex marito arrestato
Carugo Ordinanza di custodia nei confronti di un uomo di 46 anni: ora è in carcere al Bassone. Foto alla figlia minore con un fucile in mano. Il suo avvocato: «Andare oltre la mera punizione»
La sera del 29 dicembre scorso si è presentato all’esterno del ristorante dove la ex moglie, con cui era in corso la separazione, stava cenando con un amico ed altri conoscenti. Ha aperto – approfittando di un difetto di chiusura – la portiera dell’auto della donna e si è introdotto nell’abitacolo per aspettarla, seduto sui sedili posteriori. In mano aveva un coltello. Quando la donna è sopraggiunta, in compagnia dell’amico, ne è nato uno scontro con minacce esplicite sia con l’arma, sia a parole: «La pagherete».
«Minacce aggravate»
Un episodio inquietante, che ha convinto la procura di Como con il pm Valeria Anna Zini a chiedere immediatamente una misura cautelare per il marito che è stata concessa dal giudice Massimo Mercaldo ed eseguita nel giorno dell’Epifania. In carcere, con l’accusa di minacce aggravate e di atti persecutori nei confronti della propria ex compagna, è finito un uomo di Carugo di 46 anni che nella giornata di ieri è già stato anche interrogato dallo stesso giudice delle indagini preliminari che ne aveva firmato la misura cautelare. Di fronte al gip, assistito dall’avvocato Simone Gatto, l’uomo – che già in passato aveva avuto problemi dello stesso tipo – si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Tra le contestazioni che hanno corroborato le accuse ne figura anche una altrettanto preoccupante, ovvero l’invio di alcune foto alla figlia minore in cui l’uomo veniva ritratto in un caso con un fucile e nell’altra con un cappio. La storia d’amore tra marito e moglie era finita già da tempo, con la separazione che si era concretizzata nel mese di ottobre del 2023. Già in passato l’uomo era stato sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto elettronico, imposizione che era venuta meno nell’aprile del 2024 in seguito all’accordo sulla pena per quel vecchio fascicolo.
Ma dalla scorsa estate, i messaggi – stando a quanto riferito dalla moglie – erano ripresi, con minacce, pedinamenti anche sul posto di lavoro, passaggi reiterati davanti alla casa dove la donna viveva con la figlia. Poi, come detto, le foto inviate e, da ultimo, l’episodio grave del 29 dicembre fuori da un ristorante di Cantù con il marito che è poi fuggito – dopo aver minacciato la vittima e l’amico con il coltello – anticipando in questo modo l’arrivo dei carabinieri.
Una serie di episodi che sono stati raccolti dalla procura e che hanno portato nelle scorse ore, nella giornata dell’Epifania, all’esecuzione della misura cautelare in carcere al Bassone per le ipotesi di reato di atti persecutori nei confronti della moglie con cui, come detto, era anche in corso una causa di separazione.
Le parole di Gatto
«I fatti specifici di questo procedimento li valuteremo nelle sedi opportune – ha poi commentato ieri l’avvocato Gatto – Il peso processuale e le gravi conseguenze dell’incapacità di gestire una separazione dovrebbero anche portare non solo all’isolamento dell’uomo ma ad andare oltre la mera punizione. Lo Stato oltre a punire chi sbaglia, dovrebbe evitare che certe persone arrivino a comportamenti estremi».
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