Daspo, fogli di via e “cartellini gialli”: altri 5 nei guai per la movida violenta

Cantù Il questore di Como ha emesso una serie di provvedimenti a carico di giovani “indesiderati”

Un Daspo urbano, un foglio di via e tre avvisi orali, ovvero una sorta di “cartellino giallo” accompagnato da una serie di divieti per chi lo riceve. Il questore di Como, Marco Calì, ha emesso una nuova serie di provvedimenti amministrativi contro cinque persone considerate socialmente pericolose, nell’ambito degli accertamenti scaturiti dopo gli accoltellamenti del 2 giugno scorso in piazza Garibaldi a Cantù.

Si tratta di misure di prevenzione, adottate per impedire che i destinatari dei provvedimenti possano trovarsi nelle condizioni di rendersi nuovamente pericolosi per gli altri.

Un Dacur, ovvero un Divieto di accesso alle aree urbane (conosciuto anche come Daspo urbano) della durata di 3 anni è stato notificato a un canturino di 21 anni, accusato «di aver creato gravi problemi di sicurezza urbana». Il provvedimento è stato preso sulla base di una relazione fatta dalla Polizia Locale di Cantù, che ha elencato una serie di comportamenti addebitati al giovane canturino, peraltro già colpito da altri precedenti di polizia per rapina. Sulla base della relazione il questore ha valutato il 21enne «impermeabile ai precetti dell’autorità e pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica», di conseguenza a lui è stato notificato il divieto di accesso alle aree urbane di Cantù e di un largo perimetro della città per i prossimi tre anni.

Un Foglio di Via Obbligatorio della durata di 2 anni, con l’obbligo di presentarsi al Questore di Alessandria, è stato invece emesso a carico di un 18enne di origini nord africane residente nella città piemontese. In questo caso il provvedimento è stato emesso sulla base di una relazione predisposta dai Carabinieri di Cantù, nella quale si sottolineano sia i reati commessi dal giovane sia l’inesistenza di qualsivoglia legale interesse dello stesso di frequentare la provincia di Como.

Infine sono stati notificati tre avvisi orali a un 19enne di Cermenate, a un 16enne di origini nord africane residente nell’hinterland canturino e a un 14enne di Cantù. I giovani sono stati ritenuti responsabili di reati contro il patrimonio, contro la persona e contro la pubblica amministrazione. Il questore, sulla base delle relazioni ricevute, ha così potuto inserirli in quella categoria di persone ritenute di “pessima condotta morale e civile”, presupposto tra gli altri, determinante per l’emissione del provvedimento.

I provvedimenti di prevenzione

Ma in cosa consistono i provvedimenti di prevenzione firmati dal questore? Innanzitutto è bene sottolineare che si tratta di provvedimenti amministrativi: qui non si contestano reati, che vengono perseguiti in altra sede, ma vi è la valutazione sulla pericolosità sociale delle persone destinatarie dei provvedimenti. In caso di mancato rispetto degli ordini del questore, scatta la denuncia penale.

La Cassazione ha sottolineato come il termine «sicurezza» deve essere inteso in senso restrittivo, ovvero «nel senso di garanzia della libertà dei cittadini di svolgere le loro lecite attività al riparo da condotte criminose».

Il Dacur è sicuramente il provvedimento più impattante, perché di fatto vieta al destinatario di frequentare tutta una serie di luoghi del centro cittadino e del circondario di Cantù - in questo caso - per un periodo di 3 anni. Per i trasgressori del divieto, è prevista la pena della reclusione da sei mesi a due anni e della multa da 8mila a 20mila euro, pene che - per i recidivi - rischiano poi di finire in un calcolo complessivo sul cumulo di condanne ricevute con conseguente arresto per scontare quel periodo in carcere.

Il foglio di via è una sorta di espulsione da un dato territorio a carico di soggetti pericolosi o comunque molesti la cui presenza in un’area in cui non sono residenti non ha una valida motivazione. Anche qui se la persona a cui viene inibito di entrare nella provincia di Como - com’è il caso del 18enne di Alessandria - scatta la denuncia penale.

Infine l’avviso orale. Questo può sembrare un semplice avvertimento, in realtà è un provvedimento che impone a chi lo riceve il divieto di tutta una serie di comportamenti potenzialmente a rischio. Anche qui la violazione costituisce reato, punito con la pena della reclusione da uno a tre anni.

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