Folla per l’addio a Martino Gaffuri «Ex sindaco, preside e volontario»

Mariano Comense Don Luigi: «Questa chiesa sembra troppo piccola per la tanta gente venuta a salutarti». IL dirigente Proserpio (Istituto comprensivo Don Milani): «Godiamo il frutto maturo della scuola da lui avviata e costruita»

Una persona garbata e gentile, preparata e competente, ma non per questo un maestro in cattedra, anzi una guida capace di mettere la propria esperienza a servizio degli altri. Questo è il ritratto che è emerso ieri di Martino Gaffuri, scomparso all’età di 70 anni, attraverso i ricordi letti nella chiesa di Sant’Alessandro a Perticato da chi ha condiviso un tratto di vita con lui. Qui tre comunità si sono strette intorno alla famiglia per dare l’ultimo saluto all’ex sindaco di Cantù, al preside dell’istituto “Don Milani” che comprende anche le scuole di Cabiate e, infine, al vicepresidente de “Il Mantello” di Mariano.

L’omelia del parroco di Perticato

«Questa chiesa sembra troppo piccola per la tanta gente che è venuta a salutare Martino» ha aperto l’omelia il parroco don Luigi Redaelli.

«Vedendovi tutti così in silenzio e composti sembrate tanti scolaretti in attesa dell’ultima lezione che ci sta dando Martino – ha proseguito il parroco - non tanto un maestro che sale in cattedra ma che sta volentieri al banco, quello del negozio della mamma. C’è stato poi il banco di scuola in questa periferia di Mariano, una scelta per lui che veniva da un’altra città, dove si era seduto su altri banchi ben più importanti, quelli dell’amministrazione di Cantù».

In silenzio ad ascoltare l’omelia c’erano centinaia di persone, alcune in piedi sul sagrato, perché ieri pomeriggio non è voluto mancare nessuno. Nemmeno il sindaco di Mariano Giovanni Alberti, la collega di Cabiate Maria Pia Tagliabue, il vicesindaco di Cantù Valeriano Maspero, gli insegnanti in pensione, quelli ancora al lavoro all’istituto “Don Milani” e, non per ultimi, i volontari de “Il Mantello” a cui Gaffuri ha dedicato il suo impegno una volta in pensione, sei anni fa, sino a diventare vicepresidente della realtà attiva nella diffusione delle cure palliative che poi lo ha accompagnato nell’affrontare l’ultimo tratto della sua vita.

Quello che l’ha portato a sedersi a un nuovo banco di prova, quello della malattia. «Una malattia che l’ha portato non a cedere ma a insegnare anche da quel banco che è stato il letto dell’hospice - ha aggiunto don Luigi – Mi piace pensare che questo però non sia l’ultimo banco che ha frequentato il nostro caro Martino perché il Signore lo sta facendo sedere alla sua mensa».

Parole condivise dai volontari de “Il Mantello” che hanno ricordato: «Martino ha usato bene il suo terzo tempo, ricevendo la benemerenza civica a testimonianza che la sua vita non è stata spesa invano. Ci mancheranno il suo garbo e gentilezza».

La “sua” scuola

Questi i tratti distintivi riconosciuti a Gaffuri anche dal suo successore nel ruolo di preside dell’istituto “Don Milani” Angelo Proserpio, che ha letto: «In questi sei anni ho potuto conoscere Gaffuri godendo del frutto maturo della scuola da lui avviata e costruita, il nostro istituto comprensivo “Don Milani”. Godiamo del clima di rispetto, dell’attenzione a chi ha più bisogno messa al centro dell’educazione, godiamo delle relazioni che ha realizzato, creando l’associazione delle scuole autonome di Como. Dai loro frutti li riconoscerete, recita il Vangelo secondo Matteo». A chiudere la funzione il ricordo degli insegnanti ormai in pensione: «Si dice “Non preoccuparti dei passi che fai ma delle impronte che lasci”, e la tua è incancellabile».

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