Fucilata a un ragazzo nei boschi. Chiuse le indagini su figlio e padre

Capiago Intimiano Il drammatico incidente in una notte di ottobre 2024 nella zona de “Il Grillo”. Alessandro Sofia dovrà rispondere delle lesioni gravissime, il papà Vincenzo di omessa custodia

Capiago Intimiano

La Procura di Como ha presentato il conto per il drammatico fatto di cronaca avvenuto lo scorso 13 ottobre in un bosco di Capiago Intimiano, in via Chigollo. In quella notte, attorno alle due e mezza, un ragazzo di 19 anni di Como era stato colpito per errore (frontalmente e da distanza ravvicinata) da un colpo di fucile da caccia esploso da un amico con cui era in compagnia e con cui aveva trascorso una serata di divertimento.

Sono due le persone iscritte sul registro degli indagati del pubblico ministero Giulia Ometto. Ad Alessandro Sofia, 18 anni, residente a Capiago Intimiano, vengono contestate le lesioni gravissime colpose inferte all’amico con quel devastante colpo d’arma da fuoco, mentre nei guai è finito anche il padre Vincenzo Sofia (64 anni), volto noto della politica comasca, chiamato a rispondere dell’omessa custodia dell’arma che era di sua proprietà.

Beretta calibro 12

Si tratta per la precisione di un fucile di marca Beretta calibro 12 con canna sovrapposta.

La notifica della chiusura delle indagini preliminari è già arrivata negli studi dei legali che assisteranno i due indagati, ovvero gli avvocati Anna Viganò e Fabrizio Diana. La difesa avrà ora del tempo per fornire le proprie controdeduzioni e anche per studiare la strategia da intraprendere e solo in seguito la Procura deciderà se chiedere al giudice il rinvio a giudizio. Si è però conclusa con questo atto la prima parte di una vicenda fortemente drammatica, che tuttavia avrebbe addirittura potuto finire molto peggio vista la potenza del colpo di fucile da caccia – oltre cento pallini furono estratti dal corpo del ferito – che aveva travolto l’amico, Achille Monti.

Ferite al petto e al ventre

Quest’ultimo (ragazzo di 19 anni di Como) era stato raggiunto al ventre e al petto dalla fucilata esplosa per errore ma da distanza ravvicinata. Era stato operato più volte, ed era rimasto a lungo ricoverato all’ospedale Sant’Anna. Sulla vicenda avevano lavorato i carabinieri della stazione di Albate che erano stato i primi ad intervenire, nel pieno della notte, nel bosco di Capiago Intimiano vicino al Grillo.

Con il ferito e Sofia c’era anche un terzo amico, 18 anni pure lui di Capiago Intimiano, che tuttavia era rimasto un po’ indietro ma che aveva udito le urla intuendo che era successo qualcosa di grave intervenendo sul posto. Tutti gli amici erano stati sentiti in fase di indagine dalla polizia giudiziaria che aveva ricostruito quanto accaduto quella sera, l’incontro in compagnia con anche alcune ragazze, poi la conclusione della notte in via Chigollo e quel fucile da caccia che era spuntato nelle mani di Alessandro Sofia. Qualche passo e poi, improvviso, quel colpo che aveva squarciato il silenzio della notte.

Il ragazzo ferito era stato portato in ospedale da Vincenzo Sofia, avvisato dai presenti di quanto stava accadendo. Dal pronto soccorso di Cantù era però partita la corsa in ambulanza verso il Sant’Anna dove il ragazzo di Como era stato ricoverato in gravissime condizioni e in prognosi riservata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA