Gli auguri del prevosto
«La vita trova un senso
solamente se c’è amore»

Cantù Le riflessioni di don Maurizio Pessina alla vigilia «Tutto è frenetico non perché manca tempo, ma senso» L’originalità di una poesia per gli auguri di buon Natale

La suggestione di una poesia, l’attesa per una nuova alba, alla Vigilia di Natale e del Giubileo 2025. E alcune riflessioni in vista del passaggio da un anno all’altro, su come provare a vivere con senso e significato un tempo sempre più assediato dal consumismo e dalla frenesia dilagante.

«Dopare il tempo è un’illusione tossica. Viviamo in modo frenetico non perché ci manca tempo, ma perché ci manca senso. Senza esperienza della durata, la vita è percepita come continua perdita da limitare. Il tempo diventa durata solo quando, mentre si fa ciò che si deve, si trova l’occasione per amare. Si guadagna tempo solo amando. Il tempo c’è, siamo noi a scegliere per chi è». Sono le riflessioni messe nero su bianco da don Maurizio Pessina, prevosto di Cantù.

«Pellegrini di Speranza»

Il responsabile della comunità pastorale San Vincenzo, con i sacerdoti, ha scelto l’originalità di una poesia, per augurare a tutti un buon Natale. «Pellegrini di Speranza. Con la nascita di Gesù veniva la Speranza, / per desiderare di vivere, per poter seguire una stella, come i Magi, oggi come allora, / (…) Con la nascita di Gesù veniva la Luce, / a trafiggere l’oscuro manto del nulla / e a dare significato ai controversi giorni della storia; / (…) Con la nascita di Gesù veniva finalmente l’Alba nuova / pronta a mostrare tutti i colori della festa, / L’Alba nuova è pronta a ristrutturare il cielo, / a renderlo percorribile alla Speranza umana… Inseguire la stella è seguire le rotte della Speranza».

Una poesia che si può accompagnare anche ad alcune dense riflessioni, che presto verranno diffuse in una lettera aperta.

«Il tempo scorre inesorabilmente. Ma come possiamo dare valore al tempo, vivere al meglio il tempo e non lasciarci inghiottire dal tempo? - si chiede don Pessina - Oggi è diventato normale subire il tempo anziché abitarlo».

Il consumismo

«La frattura tra luce e tempo - aggiunge - è una ferita aperta nel corpo dell’uomo di oggi. Il consumismo frantuma l’esperienza del tempo del giorno e della notte come alternanza sapiente già descritta dalla prima pagina della Bibbia (la creazione): le luci artificiali, invece, divorano il sonno. I primi a pagarne le conseguenze sono i ragazzi, da quando esistono gli smartphone, dormono in media un’ora in meno con conseguenze negative sulla loro salute psicofisica. Il sonno è vita, non un carica-batterie, né, ancora peggio, una malattia, a cui presto la chimica risponderà diminuendone le ore, per averne di più per «fare» e «consumare» di più».

«La destrutturazione del senso del tempo deriva dall’odierna mancanza di rispetto dei limiti del corpo, che risponde con sfinimento, emicranie, disordini alimentari, ansia - elenca - Purtroppo, oggi il lavoro, anziché mezzo per ottemperare alle necessità della vita, servire gli altri e, nei casi più fortunati, migliorarsi, è diventato il fine stesso della vita o, a volte, persino condanna. Si vive per lavorare, anziché il contrario. Il lavoro nella cultura cristiana è mezzo di salvezza, partecipazione alla creatività divina. Non si tratta quindi di fare meno, ma di fare avendo in mente un senso e un ordine. Se diamo senso al tempo ci stupiremo di quanta luce può sprigionare ogni ora. Il tempo, per chi ama, non passa: dura».

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