Gli sequestrano la villetta in costruzione: «Anche dal carcere gestiva lo spaccio»

Criminalità Per gli inquirenti l’uomo, tuttora detenuto, gestiva un traffico di stupefacenti durante i permessi per lavoro

Cermenate

Era stato indagato per omicidio, con una condanna letta a Como a 20 anni e poi passata anche dal ricorso in Appello e dalla Cassazione; era considerato vicino alle cosche calabresi, più di recente era anche finito nelle carte dell’operazione della Dda di Catanzaro denominata “Ossessione”, in quanto ritenuto essere parte attiva di un traffico di sostanze stupefacenti.

Ma nel mirino della Polizia di Stato e della Compagnia di Erba della Guardia di Finanza è però finito in questo caso un immobile che la famiglia stava costruendo a Cermenate, una villa di pregio completata per la parte esterna ma non ancora rifinita all’interno e dunque non abitata.

Una casa che gli accertamenti patrimoniali condotti sulle disponibilità economiche e finanziarie di un uomo , ancora oggi detenuto, e dei suoi familiari, hanno consentito di ritenere sproporzionata se paragonata al patrimonio detenuto e soprattutto ai redditi dichiarati al Fisco dalla società di famiglia che gestiva attiva nel campo dei riscaldamenti. In particolare, dagli approfondimenti dei movimenti bancari della società per la quale il quarantaseienne residente a Cermenate e i suoi familiari risultavano ufficialmente assunti, è emerso che la stessa era gestita occultamente dall’uomo, il quale secondo le fiamme gialle avrebbe distratto ingenti somme di denaro utilizzate per l’acquisto dell’immobile in questione del valore nominale di circa 330.000 mila euro.

Per tutti questi motivi, come comunicato ieri mattina, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno dato esecuzione «ai sensi della normativa antimafia» ad un decreto di sequestro finalizzato alla successiva confisca, emesso dalla Sezione Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano. La proposta di sequestro a firma del Questore di Como Marco Calì, accolta dal Tribunale, ha colpito proprio l’uomo di origini calabresi residente nel Comasco, già noto alla cronaca giudiziaria per una lunga serie di reati.

L’attività d’indagine era nata da una mappatura del territorio comasco riguardante i soggetti ritenuti essere vicini alla criminalità organizzata ed ha così consentito di ricostruire sia la pericolosità sociale sia, ed è questo il tema dell’operazione conclusa, l’assoluta sproporzione fra il patrimonio detenuto e i redditi dichiarati al Fisco. Una attività di verifica svolta non solo sul quarantaseienne, ma anche – con ulteriori accertamenti patrimoniali – sulle disponibilità economiche e finanziarie e dei suoi parenti che hanno «consentito di rilevare la sproporzione fra il patrimonio detenuto e i redditi dichiarati al Fisco».

Concluso l’iter, gli uomini della Questura e i militari della Guardia di Finanza hanno proceduto «all’immissione in possesso» di una «villa di pregio sita nel comune di Cermenate».

L’uomo, ritengono gli inquirenti, era risultato parte attiva anche in un «ingente traffico di sostanze stupefacenti, perpetrato approfittando di permessi all’esterno del carcere per svolgere attività lavorativa». Ed era stato nell’ambito di questo fascicolo che i finanzieri di Erba, a seguito di una perquisizione di iniziativa con l’ausilio di un’unità cinofila, avevano rinvenuto, «all’interno dei locali aziendali dove il quarantaseienne stava svolgendo attività lavorativa, un ingente quantitativo di cocaina e hashish».

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