Hospice diurno al “Villa” da gennaio «Dono gli arredi per ricordare Giulio»

Mariano Mariella Radaelli Rovagnati ha perso il marito per un tumore a 63 anni: «La sua memoria resta». L’omaggio all’associazione “Il Mantello”, che l’ha seguito. Il servizio parte in forma sperimentale

«Volevo poter toccare con mano il ricordo di mio marito». Questa estate Mariella Radaelli ha perso il suo compagno di vita Giulio Rovagnati, stroncato a 63 anni da un tumore al pancreas, ma ha voluto mantenere viva la sua memoria. Grazie alla donazione all’associazione Il Mantello, che lo ha seguito nell’ultimo tratto della sua esistenza, una parte dell’ospedale “Felice Villa” sarà dedicata all’accoglienza diurna dei malati terminali: l’obiettivo del progetto sperimentale, in partenza a gennaio, sarà dare una risposta sociale a tutte quelle famiglie che devono conciliare i tempi del lavoro alla cura del paziente, offrendo loro un luogo dove il caro potrà coltivare i propri hobby o condividere momenti di convivialità.

I dettagli del progetto

A disposizione del malato ci saranno una cucina, un salotto con la televisione, una camera dedicata al riposo e un bagno, naturalmente all’interno della cornice di un ospedale che può garantire l’assistenza sanitaria in ogni momento.

Così, tra le pareti di questi ambienti, potrà rivivere il ricordo di Giulio. «Un anno e mezzo fa mio marito si è ammalato di tumore al pancreas» ricorda la donna che sintetizza i passi seguiti alla diagnosi che prima ancora che fare male fa paura.

La speranza e lo sconforto

«Sembrava essere preso in tempo – si interrompe – Invece, un giorno, dopo tanti trascorsi a fare avanti e indietro dagli ospedali, ci hanno detto che mancavano due mesi: ero distrutta».

Perché malattia chiama malattia in una cascata di eventi che ha travolto la famiglia trovatasi ad affrontare i picchi di patologie che mostravano il loro volto agli occhi suoi e della figlia.

«Non potevo più tenere mio marito a casa così ho dovuto scegliere tra i miei due grandi amori, lui e mia figlia e ho scelto di tutelare lei» ricorda la donna che è arrivata così davanti alla porta dell’hospice. Difficile varcare la soglia, «ma qui ho trovato una struttura che mi accolto e accompagnato nell’accettare il fine vita grazie ai medici, psicologi, il padre spirituale e i volontari - ha proseguito Mariella che ha trovato un appoggio nelle persone che ruotano intorno a “Il Mantello” -. C’era lo psicologo che mi aiutava ad affrontare il momento, ma anche i volontari che con un semplice caffè mi coccolavano».

Entrato il 21 giugno in hospice, Giulio è morto il 25 del mese successivo, in un percorso scandito da momenti di felicità e commozione resi oggi ricordi grazie alle foto e video.

«Una struttura di eccellenza»

«I suoi amici andavano da lui a vedere la partita la sera, poi mio marito ha scelto di regalare una cagnolina, Lilly, a nostra figlia Ginevra (che ora frequenta le medie, ndr) perché non rimanesse sola e questa è stata l’occasione per fare pet therapy. Qui in città, insomma, abbiamo una struttura di eccellenza che è giusto riconoscere anche attraverso questi gesti. Mi sono chiesta perché tutto questo stesse accadendo a me, un senso doveva esserci, così ho scelto di regalare l’arredo per il nuovo servizio per ricordare mio marito Giulio attraverso il gesto del dono alla comunità».

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