Incidente in piscina: «Il bimbo subito soccorso»

Cermenate Il piccolo di 4 anni è ancora ricoverato. Episodio da chiarire: sembra che sia finito sott’acqua dopo essere passato nella vasca degli adulti

Si tira ma solo in parte un sospiro di sollievo, dopo aver appreso che il bimbo, di quattro anni appena, finito sul fondo della piscina di Cermenate, è vivo. Perché possono venire i brividi, solo a pensare a quel che sarebbe potuto succedere. E ancora non si è tranquilli finché il bimbo non uscirà dalla delicata situazione che sta vivendo in terapia intensiva. Ma c’è comunque speranza che tutto possa risolversi per il meglio.

E sono poche le parole, in questo momento, anche da Aqvasport, la società che ha in concessione dal Comune le vasche di via Europa Unita. Quel che si può apprendere, anche nel tam tam, è che i due bagnini, coloro che si sono gettati in acqua per salvare il bimbo, sono in questi giorni a casa in riposo. Un modo anche per staccare dall’incubo vissuto domenica. Ma tutto il personale, ad ogni modo, continua a chiedere informazioni su come sta il piccolo.

Così il giorno dopo, all’indomani di quanto accaduto nel parco acquatico a fianco della strada provinciale Novedratese. Quando, verso le 12.45 di domenica, il piccolo, di Lomazzo, famiglia originaria del Marocco, è finito sul fondo della piscina.

Da quel che si apprende, la dinamica che gira nell’ambiente, tra i colleghi e i lavoratori interni e esterni di Aqvasport, riferisce, all’origine, di un tentativo di spostarsi, messo in atto dal bimbo, dalla vasca dei piccoli a quella a fianco degli adulti. Un passaggio, tuttavia, non consentito. Tant’è che uno degli assistenti di vasca, visto il tentativo in corso, non si sarebbe risparmiato la classica “fischiata” per richiamare l’attenzione del piccolo. Ma tutto sarebbe durato pochi attimi.

I colleghi raccontano che, quasi immediatamente dopo il fischio, il bimbo di quattro anni - secondo quanto è stato possibile apprendere - si sarebbe messo le dita sul naso per tapparsi le narici. Per immergersi senza poi riemergere. Il bimbo non sarebbe rimasto sotto l’acqua molto tempo.

Due bagnini si sarebbero infatti fiondati subito in acqua per prendere il bimbo, portandolo prima in superficie in pochi istanti. Subito dopo, a bordo vasca, avrebbero iniziato sempre all’istante le manovre di rianimazione. Nel mentre, è scattata ovviamente la telefonata per far arrivare un’ambulanza. Un incubo nell’incubo: i minuti sono sembrati interminabili, dato che, per mezz’ora, i bagnini hanno tenuto viva la speranza con tecniche di rianimazione manuale. Operazioni salvavita fondamentali, per poter consegnare il bimbo ancora vivo agli operatori sanitari del 118, per il successivo trasporto, via elisoccorso, in ospedale a Bergamo.

Solo i due bagnini sanno cosa hanno vissuto. E si capisce anche perché i loro colleghi, in queste ore, hanno un pensiero fisso: sapere come sta il bimbo. Non vedono l’ora che qualcuno dica loro che si sta riprendendo. La speranza di tutti.

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