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Cronaca / Cantù - Mariano
Venerdì 07 Febbraio 2025
L’addio all’ex sindaco Galli Il paese di Arosio in lacrime
Il lutto Chiesa gremita per il funerale del primo cittadino dal 1980 al 2004 Picchetto d’onore degli Alpini sul sagrato e il suono struggente del “Silenzio”
Il picchetto d’onore degli Alpini sul sagrato e il suono struggente del “Silenzio”. Si è conclusa in maniera toccante, la cerimonia funebre per Mario Galli. Il “sindaco” (così lo chiamavano ancora oggi gli arosiani, a giusta ragione visto che ha governato il paese per 24 anni, dal 1980 al 2004) è scomparso, all’età di 86 anni, la sera di martedì dopo una breve malattia.
La chiesa parrocchiale di Arosio era gremita, a dimostrazione dell’affetto e della stima verso un sindaco che, prima di tutto è stato una persona “per bene” e che ha sempre messo, davanti a tutto, il bene della comunità e dei cittadini. Sulla bara bianca, un cuscino di fiori a formare i colori della bandiera italiana e ai lati gli “amati” Alpini. Galli è stato un alpino e per le Penne Nere ha sempre avuto un affetto speciale. Per lui è stata recitata la Preghiera dell’alpino, quella preghiera che tante volte aveva letto, con l’emozione nel cuore.
Le lacrime del successore
Tanta la commozione per l’attuale sindaco, Alessandra Pozzoli, che non è riuscita a trattenere le lacrime. Presente anche il consigliere dem Angelo Orsenigo. A celebrare la cerimonia funebre, accanto al parroco don Paolo Baruffini, l’ex don Angelo Perego, che ha avuto un intenso e cordiale rapporto con Galli quando era sindaco. «Mario adesso è nell’abbraccio del Signore -ha detto nell’omelia don Paolo -. Come quello del bambino che desidera abbracciare la madre e quando lo fa raggiunge la gioia, sta bene per il contatto con colei che gli ha dato la vita. Il Signore ha dato la vita a Mario, a tutti noi. Porterà con sé Arosio che ha servito per tanti anni come sindaco, con l’obiettivo del bene comune. Mario -ha proseguito il parroco -ci ha insegnato che nella vita è importante imparare a “perdere tempo” per qualcuno, per qualcosa».
Don Paolo ha anche sottolineato che il “sindaco” ha accettato «di vivere anche la fragilità degli ultimi anni». La famiglia è stata uno dei cardini della vita di Galli. E lo hanno sottolineato anche le due nipoti., che hanno ricordato lo zio.
I nipoti: «Sapevi unire le persone»
«Riuscivi a unire le persone, in modo naturale -hanno detto -. Famiglia, comune e concretezza erano i tuoi punti fermi. La frase che ripetevi spesso a tutti noi, proprio in dialetto, in tutte le occasioni, anche quelle più difficili, era “Stem insema -Stiamo sempre uniti”. Sei riuscito a farci sentire tutti parte di qualcosa. Ti ricorderemo sempre per la tua onestà e la tua disponibilità, con tutti».
Il canto a conclusione della messa è stato “Madonna nera”. Un canto amato da Galli che, in ogni occasione, appena poteva, lo intonava e che si conclude con “Oh, lascia, Madonna Nera, ch’io viva vicino a te”.
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