L’addio all’ex sindaco Galli Il paese di Arosio in lacrime

Il lutto Chiesa gremita per il funerale del primo cittadino dal 1980 al 2004 Picchetto d’onore degli Alpini sul sagrato e il suono struggente del “Silenzio”

Il picchetto d’onore degli Alpini sul sagrato e il suono struggente del “Silenzio”. Si è conclusa in maniera toccante, la cerimonia funebre per Mario Galli. Il “sindaco” (così lo chiamavano ancora oggi gli arosiani, a giusta ragione visto che ha governato il paese per 24 anni, dal 1980 al 2004) è scomparso, all’età di 86 anni, la sera di martedì dopo una breve malattia.

La chiesa parrocchiale di Arosio era gremita, a dimostrazione dell’affetto e della stima verso un sindaco che, prima di tutto è stato una persona “per bene” e che ha sempre messo, davanti a tutto, il bene della comunità e dei cittadini. Sulla bara bianca, un cuscino di fiori a formare i colori della bandiera italiana e ai lati gli “amati” Alpini. Galli è stato un alpino e per le Penne Nere ha sempre avuto un affetto speciale. Per lui è stata recitata la Preghiera dell’alpino, quella preghiera che tante volte aveva letto, con l’emozione nel cuore.

Le lacrime del successore

Tanta la commozione per l’attuale sindaco, Alessandra Pozzoli, che non è riuscita a trattenere le lacrime. Presente anche il consigliere dem Angelo Orsenigo. A celebrare la cerimonia funebre, accanto al parroco don Paolo Baruffini, l’ex don Angelo Perego, che ha avuto un intenso e cordiale rapporto con Galli quando era sindaco. «Mario adesso è nell’abbraccio del Signore -ha detto nell’omelia don Paolo -. Come quello del bambino che desidera abbracciare la madre e quando lo fa raggiunge la gioia, sta bene per il contatto con colei che gli ha dato la vita. Il Signore ha dato la vita a Mario, a tutti noi. Porterà con sé Arosio che ha servito per tanti anni come sindaco, con l’obiettivo del bene comune. Mario -ha proseguito il parroco -ci ha insegnato che nella vita è importante imparare a “perdere tempo” per qualcuno, per qualcosa».

Don Paolo ha anche sottolineato che il “sindaco” ha accettato «di vivere anche la fragilità degli ultimi anni». La famiglia è stata uno dei cardini della vita di Galli. E lo hanno sottolineato anche le due nipoti., che hanno ricordato lo zio.

I nipoti: «Sapevi unire le persone»

«Riuscivi a unire le persone, in modo naturale -hanno detto -. Famiglia, comune e concretezza erano i tuoi punti fermi. La frase che ripetevi spesso a tutti noi, proprio in dialetto, in tutte le occasioni, anche quelle più difficili, era “Stem insema -Stiamo sempre uniti”. Sei riuscito a farci sentire tutti parte di qualcosa. Ti ricorderemo sempre per la tua onestà e la tua disponibilità, con tutti».

Il canto a conclusione della messa è stato “Madonna nera”. Un canto amato da Galli che, in ogni occasione, appena poteva, lo intonava e che si conclude con “Oh, lascia, Madonna Nera, ch’io viva vicino a te”.

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