Maggioranza e opposizione d’accordo. «Cultura e istruzione all’ex De Amicis»

Cantù Tutti ritengono che l’ipotesi progettuale privata non abbia sufficiente interesse pubblico. Galbiati: «Valorizzare la collina del sapere». Minoranza critica con il sindaco: «Tenuti all’oscuro»

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Per una volta maggioranza e opposizione, politica, tecnici e residenti, paiono tutti dalla stessa parte, anche se con diverse sfumature. Tutti ritengono che l’ipotesi progettuale di programma integrato d’intervento per il recupero dell’area dell’ex collegio De Amicis, di proprietà della Fondazione Ambrosiana per la Cultura e l’Educazione Cattolica, promossa da Nessi&Majocchi, non abbia sufficiente interesse pubblico.

E che si debba voltare pagina ora che il procedimento di verifica condotto dall’ufficio Urbanistica su indicazione della giunta sul progetto si è chiuso con un parere negativo.

«Progetto invasivo»

Il sindaco Alice Galbiati, tracciando la strada d’ora in avanti, ha detto «come abbiamo già dichiarato, procederemo nell’approfondimento di soluzioni che conservino e valorizzino il ruolo strategico, non solo dal punto di vista urbanistico, della “collina del sapere”, mantenendo quella prerogativa culturale e scolastica». Ovvero quello che tutte le parti auspicano, disegnare il futuro dell’area dell’ex collegio arcivescovile rispettandone il passato. Il vicesindaco Valeriano Maspero non nasconde che ormai da tempo era chiaro che «il progetto non avesse molte chance, per l’invasività di quella concentrazione urbana, non aveva nessun impatto benefico ma diverse criticità».

Oggi, continua «si sta facendo di tutto in prefetta sintonia perché quella collina torni a essere faro di speranza e ricettacolo di giovani. E ovviamente, quando parliamo di area De Amicis, parliamo del centro». L’idea condivisa da più parti è restituire al comparto una funzione formativa, culturale: «Le proposte non mancano – prosegue Maspero – ma stiamo cercando la sostenibilità economico finanziaria. Collaboriamo con altre forze che possano portare a una svolta per realizzare un centro di formazione, anche professionale, oppure vicina all’università, di integrazione al Politecnico. Ma devono essere proposte supportate da un piano economico finanziario concreto, altrimenti stiamo solo chiacchierando al bar».

Pagani: «Problema di visione»

Il Partito Democratico, fin dalla scorsa campagna elettorale, aveva chiesto al Comune il coraggio di acquistare il collegio, per farne un polo universitario dedicato al design.

«Il problema non era lo specifico progetto del proponente – dice Antonio Pagani – ma la visione. Un piano residenziale in quella modalità non ci convince. Siamo in fase di redazione della variante al Pgt ed è importante decidere cosa si vuole che accada, lì in cima alla collina. In questo la prossima assemblea pubblica sarà un’occasione importante per raccogliere idee, sollecitazioni».

Volonté: «Mai stati d’accordo»

Molto critica Cantù Civica, sui modi e non solo sui contenuti: «Non siamo mai stati d’accordo con il progetto Nessi&Majocchi - dice Cecilia Volontè - tant’è che in campagna elettorale avevamo detto che la parte pubblica veniva sacrificata alla parte privata, e che ritenevamo che quest’area , strategica per la città, dovesse essere inserita in una visione di città che la precedente e l’attuale amministrazione non ha mai declinato. Ciò che è grave è che la sindaca non abbia mai riferito in consiglio del preavviso di diniego, noi consiglieri non ne conosciamo i motivi, e non ha evidenziato quali fossero le criticità, con buona pace del principio della trasparenza».

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