Maiocchi e il no al progetto ex De Amicis. «La nostra era l’unica offerta concreta»

Cantù Il costruttore: «Sono sereno e non ho rimpianti, questa proposta era la migliore possibile. Tante belle ipotesi, ma al momento sono solo parole. Auguro comunque il meglio a questa città»

Cantù

Il confronto è stato lungo, il lavoro per elaborare una proposta credibile e solida molto impegnativo. E anche se l’esito non è stato quello sperato, Angelo Maiocchi assicura di essere sereno: «Non ho nessun rammarico, so che più di così non si poteva fare. Auguro sinceramente ogni bene a Cantù e a quell’area, perché possa avere un futuro degno dell’importanza che riveste».

Ma sa bene che non sarà breve arrivare a costruirlo, quel futuro. Adesso è ufficiale, l’amministrazione comunale ha espresso parere negativo sull’ipotesi progettuale di programma integrato d’intervento per il recupero del comparto dell’ex collegio De Amicis, di proprietà della Fondazione Ambrosiana per la Cultura e l’Educazione Cattolica, promossa da Nessi&Majocchi. Operazione da 39 milioni di euro, che avrebbe portato cinque nuove palazzine nel cuore della città.

«La decisione tecnica – ha annunciato il sindaco Alice Galbiati al consiglio comunale - si affianca e conferma le difficoltà già illustrate di ritenere l’intervento sostenuto da un adeguato interesse pubblico».

«Proposta equilibrata»

Su questo, però, Angelo Maiocchi non è d’accordo: «La nostra era una proposta equilibrata. Avrebbe portato 130 posti auto pubblici, la cessione al Comune della palazzina che ospita la biblioteca, un’altra che sarebbe stata destinata alla cooperativa Il Gabbiano, e non devo essere io a spiegare quanto meritorio sia il loro lavoro. E poi tre palazzine di edilizia residenziale convenzionata, che avrebbe dato risposte alla richiesta abitativa a prezzo calmierato. Il tutto, a fronte di 36 unità abitative di edilizia privata». Non è bastato a superare i dubbi tecnici e politici di piazza Parini, la partita con il Comune è chiusa.

«Dispiace – continua – per l’impegno, il tempo e le risorse dedicati. Ma siamo sereni, consapevoli di avere presentato una proposta che era il più equilibrata possibile. Come ho avuto modo di dire altre volte, quella di Cantù è una realtà certo interessante, ma non è paragonabile, dal punto di vista immobiliare, a Como, al Lago, o a Milano ed era quindi necessario raggiungere un equilibro economico».

I ringraziamenti

Ma è pienamente legittimo, ribadisce, che il Comune faccia le proprie scelte. Le destinazioni alternative, nel dibattito, sono molte. Però, avverte Angelo Maiocchi, vanno calate nella realtà: «Da anni l’area De Amicis era dismessa, e nessuno, in questo lungo periodo di tempo, ha mai presentato nessuna proposta concreta oltre alla nostra. Ci sono tante ipotesi, alcune anche molto suggestive. Ma nessuno è andato da Facec con una proposta concreta, reale. Il Comune ha il diritto di effettuare la propria pianificazione urbanistica, ma non ci si può dimenticare che quella è un’area privata e che il suo recupero richiederebbe investimenti da decine di milioni di euro, qualunque cosa si intenda fare».

Se e quando quella proposta arriverà, giura Maiocchi, ne sarà felice, data l’importanza del comparto per la città. «Vorrei ringraziare chi insieme a noi ha creduto in questo progetto – aggiunge – a partire dall’amico Agostino Bonadei, che l’ha fatto per primo, i nostri collaboratori e professionisti, che hanno elaborato una proposta eccellente dal punto di vista architettonico, fino alla cooperativa Il Gabbiano. E e non ultima Facec, che ci ha creduto insieme a noi e ci appoggiato nelle opportune sedi. A loro, un sincero ringraziamento».

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