Per colpa del maltempo restano fuori casa venti famiglie sfollate: «Un quarto d’ora e ti cambia la vita»

Cantù Ecco le foto del tetto sradicato dalla tromba d’aria alla palazzina di via San Giacomo . L’edificio resta inagibile. L’assessore: «Garantite soluzioni temporanee a chi l’ha richiesto»

«Basta un quarto d’ora e ti cambia la vita». Lo dice con un sorriso amaro, quello di chi non si arrende ma ha preso davvero una bella botta, uno dei residenti del civico 18 (A e B) di via San Giacomo. La palazzina dove mercoledì mattina una tromba d’aria ha strappato via il tetto come fosse il tappo d’un barattolo, lasciando 20 famiglie senza la propria casa. Non si sa ancora per quanto, ma si ipotizza per mesi. La scaletta che conduce alla porta d’entrata, da che se ne sono andati i vigili del fuoco, è chiusa con dei nastri, perché il palazzo è stato dichiarato non agibile dopo che i residenti, mentre facevano colazione o qualcuno dormiva ancora, hanno sentito un gran frastuono e poi hanno visto il tetto scivolare a terra, distruggendo anche le automobili parcheggiate.

Nessun ferito nel nubifragio

L’unica consolazione, nessuno si è fatto male. L’ufficio Urbanistica del Comune ha emanato un’ordinanza che impone all’amministratore del condominio Speranza l’immediata messa in sicurezza dell’immobile. I danni verificati, si legge, sono lo scoperchiamento del manto di copertura e danni strutturali alle orditure portanti del tetto che hanno determinato consistenti infiltrazioni di acqua piovana nei piani sottostanti.

«Gli elementi della copertura non crollati sono in stato precario – continua - con il rischio di rovina imminente è quindi urgente il ripristino della sicurezza mediante rimozione e contestuale ripristino dell’impermeabilità dell’involucro». E’ il pensiero degli occupanti degli appartamenti ai piani superiori, ovviamente i più colpiti, che temono che, in caso di ulteriori temporali, anche quel che si è salvato andrebbe perduto.

Ventiquattr’ore prima, invece di fare i bagagli per partire verso il mare, come accade di luglio, hanno dovuto infilare in fretta e furia vestiti e tutto quel che potrà servire in un lungo periodo di assenza forzata da casa e uscire.

Non ci sono date per il rientro in casa

L’amministratore del condominio, raccontavano ieri, ha scritto loro, ma al momento non ci sono date per il rientro.

Fa persino paura dirlo ad alta voce, ma potrebbero volerci mesi. La maggior parte ha trovato ospitalità in maniera autonoma, da parenti e amici, tornando dai genitori, mentre cinque nuclei familiari hanno individuato una sistemazione grazie all’intervento dell’ufficio Servizi Sociali del Comune, che ne sosterrà il costo fino al 24 luglio.

«Ovviamente – spiega l’assessore Isabella Girgi – se, dopo quella data, venissero presentate agli uffici situazioni che necessitassero di un aiuto, si interverrà coi Servizi Sociali». Davvero un terribile risveglio per loro. «Assolutamente – prosegue – comprendo la difficoltà che stanno attraversando. Se posso trovare un elemento positivo, però, la città ha risposto con altruismo. Da subito le parrocchie ci hanno contattato, così come alcune associazioni, rendendosi disponibili per un aiuto. Cantù s’è mossa anche stavolta».

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