Mariano, Porta Spinola
si è “liberata” del virus

Sospiro di sollievo in casa di riposo, che finalmente non ha più contagiati né tra gli ospiti, né tra gli operatori

La buona notizia agli ospiti e personale, ma soprattutto alle famiglie a casa, la residenza per anziani di Fondazione Porta Spinola l’ha data in un comunicato rilanciato sui propri canali informativi: «La Rsa è Covid free».

Lo racconta lo scatto dove i dipendenti si liberano del camicie monouso, lanciandolo verso il cielo. Ma solo per un attimo, giusto il tempo della foto perché il passato è oggi un monito per il presidente Alessandro Turati che torna a guardare il futuro, riaprendo la residenza all’ingresso di nuovi cinque ospiti.

«Finalmente possiamo tirare un sospiro di sollievo» commenta Turati che non nasconde una certa soddisfazione «è un bel risultato che riconosce come i nostri operatori abbiano lavorato secondo i giusti criteri». Perché il lavoro messo in campo dagli operatori ha ripagato restituendo giovedì pomeriggio l’esito dei tamponi effettuati su ognuno dei cinquantuno ospiti, sia quelli risultati in un primo momento positivi al test che quelli che non hanno mai manifestato sintomi così come sui dipendenti: sono tutti negativi.

Riaprono le porte (con cautela)

«Ma questo non significa che abbassiamo la guardia» aggiunge Turati che così vede chiudersi uno dei momenti più difficili per la Fondazione chiamata a confrontarsi con 21 lutti da inizio anno ad aprile. «Abbiamo deciso di avviare i test sierologici per mappare il contagio - spiega -. Partiamo già la prossima settimane: certo, l’iniziativa rimane su base volontaria quindi vedremo come sarà l’adesione, ma lo proporremo sia ai nostri ospiti presente in struttura che al personale».

Le precauzioni

Così Fondazione Porta Spinola riapre alla comunità. «In risposta alle sollecitazioni ricevute, abbiamo riattivato l’ammissione all’interno della residenza dove la scorsa settimana hanno fatto il loro ingresso cinque nuovi ospiti - ricorda il presidenti che spiega come l’ammissione sia vincolata all’esito del tampone - Deve essere negativo, una volta poi entrati nei nostri spazi vanno in isolamento per 14 giorni per una questione di prevenzione» spiega Turati che così racconta come il virus abbia riscritto anche i servizi della realtà di via Santo Stefano.

«L’intenzione è ammettere ancora qualcuno settimana prossima perché ce lo richiedono, ma non andremo a saturare i posti disponibili» prosegue Turati che invece temporeggia sia sulla riattivazione del centro diurno che sul ritorno degli incontri tra parenti e ospiti. «Oggi le norme ancora non lo consentono, ma già ora stiamo pensando a come riattivarli quando sarà possibile. Intanto abbiamo supplito alla mancanza con le video-chiamate».

Le parole si alleggeriscono dal suono più grave della tensione. «Bisogna guardare al futuro, su come riprendere i servizi e progetti che si sono fermati allo scoppio della pandemia» conclude Turati chiamato ora a confrontarsi con le ricadute dell’emergenza sul bilancio della realtà locale. «Abbiamo dovuto comprare più medicinali, più ossigeno, più dispositivi. E tutto ha avuto un costo per questo ringraziamo quella rete fatta dalle associazioni locali, ma anche i privati che fino a ora ci hanno sostenuto».

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