Maturità: paura che diventa gioia
E una futura mamma si emoziona

Mariano Comense, primi commenti fuori dal Jean Monnet: «Ma non sapevamo come fosse realmente»

Le emozioni sono sempre le stesse. Le dita che scandiscono l’attesa del proprio turno sui libri, il passo veloce verso le aule e gli occhi che chiedono alla memoria di richiamare alla mente quanto ripassato la sera prima. A essere cambiato è il contesto scolastico, riscritto dall’emergenza sanitaria che ha imposto la mascherina anche all’esame di maturità. Norme che si infrangono in quell’abbraccio tra compagni, una stretta quantomai liberatoria per salutare la fine di un anno terminato in anticipo per gli studenti dell’istituto “Jean Monnet” di Mariano.

«È stato emozionante rientrare oggi a scuola se penso che non ci tornerò più» ha commentato Alessia Baldo della 5 A di Finanza e Marketing chiamata, come ogni alunno delle 15 classe quinte, a confrontarsi con la maturità che quest’anno è ridotta a un unico orale della durata di un’ora per ciascun candidato. «È andata molto bene, la prova era piuttosto facile ma all’inizio ero un po’ agitata perché non sapevo come si sviluppasse l’esame concretamente».

Tutti con la mascherina, ognuno ha igienizzato il banco dove si sedeva prima dell’ingresso del successivo maturando. Lo ricorda Alessandro Molteni della 5 B di Informatica: «Il ritorno a scuola è un’emozione dopo quasi 4 mesi, soprattutto, entrarci perché passarci davanti mi è capitato - spiega -. Ero un po’ in ansia, ma poi è andata bene. Siamo partiti dalla presentazione in power point che ho realizzato su informatica e sistemi poi mi hanno fornito una foto da collegare alle altre materie».

Sulla falsa riga dell’esame di maturità dello scorso anno, ogni studente ha ricevuto una foto da cui partire per creare una sorta di tesina orale dopo aver esposto il proprio elaborato. Che varia da indirizzo a indirizzo. È tutto sulla Chimica per Francesco Arnaboldi: «Esposto il mio elaborato, mi hanno mostrato la Water Pollution (un’immagine relativa alla contaminazione dell’acqua, ndr) per collegarmi alle altre materie e , infine, ho presentato il percorso di alternanza scuola lavoro. Ora? Vorrei fare neuroscienze in università».

Un candidato all’ora, cinque al giorno, tra i primi a terminare la maturità c’è Luigi Ingarozza di Informatica: «E’ andata abbastanza bene, nella prima parte ho parlato del mio elaborato, poi siamo passati alle domande generali e , ancora, mi hanno mostrato l’immagine di un carrello di Amazon da collegare alle varie materie». Ad accompagnarlo all’esame c’era Edoardo Ballabio. «Venerdì tocca a me - dice - È abbastanza strano ritornare così a scuola, ma fa piacere rivedere i professori e i corridoi in cui passavamo le nostre giornate».

Pur con gli occhi nel presente, nessuno come i ragazzi è capace di guardare al futuro. Una parola che seppur declinata al maschile, oggi parla tutta al femminile. Perché si chiama Leonardo il bambino raccolto nel grembo di Valentina Fumagalli del Liceo Linguistico. «Il post maturità? Penso a crescere mio figlio» sorride Valentina che ieri ha chiuso un percorso di studi lungo cinque anni. «E’ stato emozionante anche se strano: non siamo veramente tornati a scuola, ma in un’ aula dove non vedevamo i professori dietro la mascherina».n 
Silvia Rigamonti

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