Milano-Meda, Comuni in rivolta contro i pedaggi

Viabilità Nasce il coordinamento dei sindaci per tutelare soprattutto i lavoratori pendolari

Nasce il coordinamento dei sindaci per cercare di impedire che i pendolari della Milano-Meda debbano pagare un pedaggio per recarsi ogni giorno al lavoro o a studiare, da clienti e fornitori, e il primo obiettivo è chiedere un’ audizione urgente in commissione V del consiglio regionale. Tema caldo, caldissimo, che – e non accade certo molto spesso - unisce amministrazioni di tutti i colori politici in un lungo asse. Lungo tanto quanto la tratta della Pedemontana che prenderà il posto della Milano-Meda, oggi gratuita, tra Lentate sul Seveso a Cesano Maderno.

La protesta

I diretti interessati, ovviamente, sono i Comuni toccati dalla superstrada, ma il fronte si allarga e sindaci dalle Groane al Canturino si dicono concordi nel voler salire sulle barricate per tutelare i propri cittadini. La tratta di prossima costruzione denominata “B2”, dell’Autostrada Pedemontana Lombarda, si sovrapporrà integralmente all’attuale tracciato della Milano-Meda. La superstrada è interessata quotidianamente da un traffico eccezionale - oltre 60mila veicoli al giorno – sia traffico da e per Milano sia il traffico locale dei cittadini residenti nei Comuni attraversati. Si ipotizza un costo di oltre 1,5 euro per il transito sulla tratta in questione, come per le altre tratte, il che significa 3 euro al giorno per i pendolari, costo che pare destinato ad aumentare.

Una prospettiva ritenuta irricevibile, che ha coalizzato tutta la politica territoriale. Primo a muoversi il sindaco di Cesano Maderno Gianpiero Bocca, del centrosinistra, quindi il sindaco leghista di Lazzate Andrea Monti e lo stesso gruppo di FdI locale. Anche nel Canturino sindaci di ogni schieramento e associazioni di categoria sono tutti concordi nell’opporsi con decisione all’introduzione del pedaggio. Proprio Andrea Monti ha portato un ordine del giorno in consiglio comunale, che l’altra sera è stato approvato all’unanimità da tutta l’assemblea lazzatese.

Le contromisure

Nel documento si sottolinea che l’introduzione del pedaggio, «se non adeguatamente gestita anche attraverso esenzioni, riduzioni e mitigazioni tariffarie, determinerà un sostanziale ed impattante aumento permanente del traffico nel sistema della viabilità  di tutti i comuni prossimi all’ex superstrada».

Le eventuali esenzioni o mitigazioni del pedaggio non potranno perciò limitarsi ai soli residenti dei Comuni attraversati dalla tratta B2, ma «estese a tutta l’utenza che oggi percorre abitualmente e quotidianamente la superstrada». Il consiglio di Lazzate, quindi, invita «a farsi parte attiva nei confronti del Governo e di Regione Lombardia, al fine di ottenere forme di esenzione o riduzione del pedaggio della tratta B2 di Autostrada Pedemontana Lombarda» e inviare questa delibera «congiuntamente con gli altri sindaci dei consigli comunali in cui verrà approvato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Infrastrutture, al Presidente di Regione Lombardia, all’Assessore Regionale alle Infrastrutture e Opere Pubbliche, ai Consiglieri Regionali del territorio interessato, al Presidente della Provincia di Monza e della Brianza e al Presidente della Provincia di Como».

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