Moschea, un round per il Comune C’è la sospensiva del Consiglio di Stato

Cantù Il Tar aveva imposto trenta giorni per rilasciare il permesso al capannone di via Milano. Molteni: «Benissimo». Il sindaco: «Soddisfatti». Assalam: «Confidiamo nel giudizio di merito»

Non è ancora tempo di chiudere il braccio di ferro che contrappone l’associazione islamica Assalam e l’amministrazione comunale. Sono ormai trascorsi i 30 giorni dalla pubblicazione della sentenza del tribunale amministrativo lombardo che, a fronte del ricorso del sodalizio, imponeva a piazza Parini di rilasciare entro tale termine il permesso di costruire che consentirà di pregare nel loro capannone di via Milano.

Ma ieri il Consiglio di Stato ha depositato due ordinanze che congelano tutto, accogliendo l’istanza cautelare presentata dall’amministrazione e quindi sospendendo l’esecutività della sentenza impugnata. Si torna in tribunale, questa volta per discutere del merito, il 13 marzo 2025. Non quello che l’associazione si aspettava, senza dubbio, visto il tenore delle ultime sentenze, a loro favorevoli in maniera netta.

La reazione di Assalam

I legali di Assalam Vincenzo Latorraca e Michela Luraghi sottolineano che il collegio ha agito «al fine di pervenire alla fase di merito del giudizio “re adhuc integra”», ovvero per arrivare a sentenza senza alcuna compromissione della posizione del ricorrente, ritenendo che le questioni articolate non siano «suscettibili di risoluzione» nell’ambito della fase cautelare. Il Consiglio di Stato, quindi, data la complessità della vicenda, ha inteso anticipare l’udienza di merito e, nel frattempo, sospendere l’esecutività della sentenza di primo grado. Una decisione che ritengono non pregiudichi le ragioni dell’associazione: «Confidiamo che nel giudizio fissato a breve emergano le ragioni e i diritti dell’associazione – commentano - che, da oltre dieci anni, lotta per poter avere finalmente un luogo in cui riunirsi e pregare».

Il sottosegretario leghista

Su fronte ben opposto, esulta il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, esponente della Lega: «Bene, anzi benissimo la decisione del Consiglio di Stato sulla moschea abusiva di Cantù di sospendere la sentenza di primo grado che conferma, per ora, la nostra coerente linea politica, amministrativa e culturale a tutela della legalità e del rispetto della legge. È stato opportuno, come ho sempre sostenuto, impugnare la decisione del Tar, a beneficio dell’intera comunità canturina, della sicurezza del territorio e del principio di rispetto dei valori costituzionali». Una battaglia, prosegue, «quella contro la moschea cittadina, politica e culturale oltre che giuridica, di civiltà e di identità dalla quale mai arretreremo. La convivenza religiosa non si esercita nella plateale violazione dell’ordinamento nazionale e dei valori del mondo occidentale».

Il sindaco e il segretario Facchini

Anche il sindaco Alice Galbiati si rallegra della notizia: «Siamo soddisfatti che il Consiglio di Stato, riconoscendo la complessità della vicenda, abbia voluto rinviare la decisione non prendendola in questa sede e ritenendo, quindi, necessario un ulteriore approfondimento. Sottoscrivendo le parole dell’on. Molteni, confidiamo che l’udienza del 13 marzo possa confermare la correttezza e la coerenza della linea adottata dall’Amministrazione comunale, a beneficio dell’intera comunità canturina e nel rispetto dei principi costituzionali». Il segretario cittadino della Lega Maurizio Facchini rimarca che «ancora una volta la Lega di Cantù ha combattuto, anche contro chi dubitava, per far valere la volontà della maggioranza dei canturini che non vuole una moschea sul nostro territorio».

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