Cronaca / Cantù - Mariano
Venerdì 24 Gennaio 2025
Palasport Pianella, fine di un mito Campioni e tifosi: «È un’ora triste»
Cucciago Iniziati i lavori di smantellamento, con i container già presenti. Un futuro residenziale. Marzorati: «Quanti trofei vinti»: Della Fiori: «Si stringe il cuore». Recalcati: «Qui lo scudetto ’75»
I ricordi sono tanti, tantissimi, nella quarantina d’anni in cui l’ex palazzetto Pianella di Cucciago è stato, dal 1974 in poi, casa della Pallacanestro Cantù.
Oggi, a lavori di smontaggio iniziati, con i container già presenti per lo smantellamento, e un futuro residenziale, la lacrimuccia tra i tifosi sale. Tutti d’accordo: l’anima del Pianella sopravviverà sempre, lo è già nei cori lanciati dagli Eagles, ora a Desio ma prossimamente alla Cantù Arena, fine lavori previsti per l’autunno 2026. Si guarda avanti.
«Un momento triste senz’altro per chi il Pianella lo costruì - dice l’ex cestista Pierluigi Marzorati - quei magnifici venti capeggiati da Antonio Borghi, con il “ghe pensi mì” di allora, quando serviva un palazzetto con capienza minima di 3mila e 500 spettatori, per realizzare il palazzetto assieme agli amici del bar di Pianella a Cantù. Quanti trofei vinti. Che tifo, con gli Eagles. Un tifo che ha inciso sicuramente sulle vittorie: ci caricava. Tanto dispiacere, per un posto dove la gente ha pianto di gioia. Ma è inevitabile: bisogna guardare avanti».
«Grazie ai “matti” che lo fecero»
«E’ un peccato, dispiace ma bisogna anche essere realisti, bene che vengano fatte scelte diverse - dice coach Carlo “Charlie” Recalcati - I ricordi sono tanti. Lo scudetto del 1975. O la Coppa Intercontinentale dell’autunno successivo. Davvero un’atmosfera unica».
Per Fabrizio “Ciccio” Della Fiori. «Quando ho saputo dello smantellamento, mi si è stretto il cuore, le vittorie sono state tante - dice - Quando il Pianella non ci sarà più e passerò di lì, probabilmente mi girerò dall’altra parte. Io credo che qualcuno che andrà ad abitare lì, di notte, sentirà i cori: “Tutto il Pianella deve gridare, i ragazzi han bisogno di noi”».
E come dice infatti Francesco “Juary” Morabito, storico capocurva Eagles: «L’effetto Pianella è rimasto in alcuni cori, noi cantiamo e parliamo del Pianella: lo ricorderemo per sempre. Mi prende l’emozione adesso, figurarci quando non ci sarà più. Io dal mio bar lo vedo tutti i giorni, mando in giro d’estate, anche a tanti ex giocatori, foto mie mentre bevo il cappuccino con dietro il Pianella. Al Pianella mi sono pure sposato. Un posto magico: un grazie ai pionieri che lo costruirono, sono stati dei matti. Questo nuovo palazzetto a Cantù lo riempiremo: ancora effetto Pianella».
Brianza, l’unico dei venti rimasto
Per Alessandro Corrado, ex presidente della Pallacanestro Cantù e tifoso: «Il Pianella è stato un’emozione per il basket ma anche per i concerti: lì hanno suonato Ligabue, Vasco. L’emozione di vivere le partite con 4mila persone che ti soffiano sul collo: per le avversarie non è stato facile. Il cambiamento per quell’area è inevitabile. Comunque, quando passerò di lì, mi emozionerò sempre. Ci penseremo anche quando saremo nel palazzetto nuovo, che potrà anche rilanciare in genere la città».
Per Giampaolo Brianza, l’unico rimasto dei magnifici venti: «Spiace ma così è - dice - speriamo che si ricordino che venti persone, purtroppo sono rimasto solo io, tirarono fuori così 400 milioni per costruire il palazzetto, permettendo alla Pallacanestro Cantù di esistere ancora. Ricordo che andai al bar e dissi: “Bisogna tirare fuori i soldi”, in ventiquattr’ore è stato fatto. Oggi vado ancora a vedere qualche partita. E quando sento il coro “Tutto il Pianella deve gridare”, mi si stringe il cuore».
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