Palaturra e il passato che ritorna. Il curatore batte cassa: 5,6 milioni

Cantù Il Comune ha deciso di resistere dopo l’atto di citazione in appello dello scorso aprile. Il “Fallimento Palasport” sostiene che l’ente ha utilizzato le opere fin qui eseguite dalla società

Il progetto dell’Arena, la casa del basket canturino, un passo alla volta procede verso l’apertura del cantiere, che potrebbe avvenire a settembre. Ma, anche se nel frattempo quel che rimaneva del mai nato PalaTurra, l’abbozzo di palazzetto che restava spettrale in corso Europa, è stato demolito, il passato continua a non volersene andare.

E si ripresenta con un ennesimo capitolo nelle aule di tribunale: nonostante la richiesta di risarcimento milionaria presentata al Comune sia stata respinta, si va in appello. E l’amministrazione è pronta a difendersi ancora. La decisione è stata sancita nei giorni scorsi, nell’ultima giunta prima della fine mandato, e il sindaco Alice Galbiati in merito ha confermato «resistere in appello è un atto doveroso per difendere la posizione del Comune correttamente riconosciuta in primo grado. Siamo certi della nostra posizione e la porteremo avanti anche in questo secondo giudizio».

Le ragioni

Il Fallimento Palasport Cantù SSD, dichiarato nell’ottobre 2020, attraverso il curatore ha citato il Comune, sostenendo che l’ente ha utilizzato e utilizzerà le opere eseguite dalla società, quel che testimoniava l’avvio della costruzione del palazzetto numero due poi interrotto, opere il cui valore economico è stato stimato in oltre 6 milioni e per le quali ha versato 350mila euro. Per questo si chiede la restituzione al Fallimento Palasport Cantù SSD srl della somma di 5.664.501 euro o quella di diversa misura che verrà accertata in corso di causa. Nella sentenza del tribunale di Como, a marzo, il giudice ha rigettato le domande di condanna proposte nei confronti del Comune, condannando la società alla compensazione delle spese processuali, liquidate per 32.070 euro.

In aprile, però, è stato registrato l’atto di citazione in appello, formulando nuovamente la richiesta di oltre cinque milioni e mezzo di euro o della « diversa misura accertata e/o ritenuta in corso di causa, oltre al pagamento degli interessi».

Incarico

La giunta ha deliberato l’affidamento dell’incarico professionale di rappresentanza e difesa in giudizio del Comune all’avvocato Andrea Marcinkiewicz, dello Studio Legale Marcinkiewicz, Patelli, Tumbiolo & Associati di Como, stanziando 31.720 euro. La prima pietra del PalaTurra venne posata il 20 aprile del 2012, tra commozione e un rinnovo amministrativo dietro l’angolo, quando ormai il famigerato Palababele era stato demolito da un anno e mezzo. Pareva che quella colata di cemento potesse cancellare i 20 anni di vana attesa e 20 miliardi di lire spesi da quella del Palababele, di prima pietra. Da lì in poi, si accumuleranno ritardi, proroghe, intoppi. Nel luglio 2014 l’epilogo con la chiusura del cantiere, per la quale nemmeno una diffida ufficiale riuscì a ottenere spiegazioni. Poi la risoluzione del contratto, durante l’amministrazione di Claudio Bizzozero, e l’avvio della causa legale. Dichiarato il fallimento della Palasport Cantù SSD srl l’amministrazione ha cercato di insinuarsi al passivo. Il Comune è rientrato nella disponibilità dell’area, oltre a quelle di via Spluga e via Como, l’ex Stecav, fin dal settembre del 2018 e si è visto riconoscere un risarcimento di quasi un milione di euro.

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