Personale no vax in casa di riposo
A Cantù: «Pronti alle sospensioni»

Sono cinque i dipendenti non vaccinati, ai quali è stato chiesto un ripensamento - Ats è intervenuta e il presidente della casa di riposo conferma che seguirà la linea dura

C’è chi, tra coloro che non vogliono - o non possono, secondo quanto affermato - essere vaccinati, ha avuto infine un ripensamento, e si sottoporrà alla profilassi.

Di cinque: una sola persona. E chi, invece, no. Perché, per convinzioni no vax o per altri motivi, resta intenzionato, ad oggi, a non farsi iniettare il vaccino. Intanto, le singole istruttorie di Ats Insubria, ognuna di queste con i propri tempi in base al singolo caso, procedono.

La Fondazione Garibaldi Pogliani, due Rsa a Cantù in via Galimberti e in via Fossano, una terza a Intimiano, conferma la linea dura adottata sul tema sin dall’inizio, persino prima del decreto legge del Governo Draghi, con cui si è poi sancito l’obbligo di vaccinarsi per professionisti e lavoratori della sanità. Chi in Fondazione rifiuta il vaccino, in buona sostanza, dovrà verosimilmente rinunciare alla retribuzione.

Anche nel Canturino Ats Insubria sta proseguendo con tutti gli approfondimenti. E con le richieste documentali a chi, nelle Rsa della Fondazione, ad oggi, per scelta o per altro - anche asseriti motivi di salute - non si è vaccinato. Cinque persone in tutto, come riferisce il presidente della Garibaldi Pogliani Silvano Cozza. Non sarebbero ancora arrivati gli esiti: i primi accertamenti notificati per conoscenza anche alla Rsa stessa. Ma sono giunte comunque ai vertici della Fondazione alcune notizie relative alle istruttorie in corso.

L’articolo completo su La Provincia in edicola oggi, 4 agosto

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