Cronaca / Cantù - Mariano
Domenica 05 Gennaio 2025
Piazza Garibaldi, no alla Zona Rossa: «Così si alimenta la paura»
Cantù Le opposizioni bocciano la proposta del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni
La sicurezza è un conto, la propaganda è un altro, secondo le opposizioni, che bocciano senza appello la proposta di trasformare piazza Garibaldi in una zona rossa, un’area dove sia vietata la presenza di soggetti pericolosi o con precedenti penali, rendendo possibile disporre il loro allontanamento.
Stabilire se attuare o meno il provvedimento spetterà a prefetto e questore, ma il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni ha confermato che lo sta valutando, e che, politicamente lo condivide, difende e sostiene. Le zone rosse, già sperimentate a Capodanno in molte città italiane e nei mesi scorsi a Firenze e Bologna sono ritenute utili in contesti caratterizzati da fenomeni di criminalità diffusa e degrado. Non solo stazioni ferroviarie o piazze dello spaccio, ma anche le aree della movida, dove si registrano episodi di microcriminalità, risse e aggressioni, vandalismi. Come da mesi accade in piazza Garibaldi.
La richiesta
L’ultimo episodio, nella notte tra il 20 e il 21 dicembre, una violenta rissa con un 28enne tunisino ferito a bottigliate. D’accordo senza incertezze anche il sindaco Alice Galbiati. Ma non le opposizioni. «Prima di tutto – dice il consigliere del Partito Democratico Roberto Malamisura – facciamo qualche distinguo, non siamo nel Bronx o nella Suburra. Oggi stiamo combattendo l’attuale situazione attraverso piccoli interventi a spot che sono sbagliati, perché si ricorre sempre e solo alla repressione, con il rischio concreto di ottenere l’unico risultato di creare ancora più paura nella gente. Questa deriva, onestamente, spaventa».
Come intervenire, allora? «Siamo assolutamente aperti rispetto al dialogo – prosegue – anzi, lo chiediamo. Un confronto che non viene concesso, per lavorare insieme e quindi elaborare delle proposte sistematiche, non interventi che possono creare maggiori angosce». La dimensione, prosegue, deve essere quella culturale: «Dobbiamo aumentare il senso di civiltà, di cultura civica, cercare soluzioni che non generino paura ma al contrario voglia di partecipare, di vivere la città».
La bocciatura
Anche da parte di Cecilia Volontè di Cantù Civica giudizio fortemente negativo sulle zone rosse: «Sentirci al sicuro, essere al sicuro, porta benessere a tutta la comunità. Quando avvengono fatti cruenti c’è disorientamento, la paura ovviamente aumenta e le soluzioni non ragionate, urlate, sono quelle meno efficaci. E tale è dichiarare piazza Garibaldi zona rossa. È il solito slogan propagandistico, così come lo sono state le diverse dichiarazioni di aumento dell’organico delle forze dell’ordine che non è mai avvenuto. Non serve creare altre e ulteriori restrizioni, perché gli strumenti di controllo già esistono, vedi il Daspo urbano».
Una scorciatoia, secondo la civica: «Quando vuoi introdurre ulteriori strumenti di controllo, significa ammettere che non sei in grado di utilizzare quelli esistenti facendoli rispettare. Istituire le zone rosse è la panacea di tutti i mali? No. Significa spostare il tema nelle periferie. Serve il coinvolgimento dei giovani con iniziative associative e di integrazione. Serve rivitalizzare l’intera città. In sostanza, servono fatti».
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