
Cronaca / Cantù - Mariano
Martedì 04 Marzo 2025
Prende forma la Cantù del futuro: «Ma sempre città del Mobile»
Il dibattito La proposta del Comitato Vangi di farla diventare centro del design non convince Pareri contrastanti: dicono “no” Comune, Confartigianato e Riva. A favore Tabu, Cna e Consulta
Divide la proposta del Comitato Giuliano Vangi di far diventare, con la creazione di un marchio ad hoc, Cantù “Città del Design e dell’Arredamento”, e non più “Città del Mobile”.
In una città che comunque cambia, con il terziario in aumento e un occhio al turismo, nonostante le aziende artigiane che, anno dopo anno, diminuiscono, c’è chi è convinto, e tra questi il Comune di Cantù, Riva 1920 e Confartigianato Como, che a “Città del Mobile”, di base, non si debba rinunciare. Aperti invece a valutazioni nuove su “Città del Design” la Consulta per l’Economia, Tabu e Cna.
A lanciare il tema, il Comitato Vangi, rappresentato ad oggi dal presidente Paolo Meroni, dall’architetto Alberto Novati e da Vittorio Bergna. Il primo “no” - seppur con qualche apertura - arriva dal vicesindaco e assessore al marketing territoriale Valeriano Maspero.
«Cantù ha la fortuna di essere riconosciuta come la “Città del Mobile”, un brand che la nostra città ha saputo conquistarsi e meritarsi nel secolo scorso con il sacrificio e il genio di chi ha costruito la tradizione del sapere e dell’ingegno nell’arte della falegnameria - dice Maspero - Abbiamo il dovere di mantenere vivo quello per cui i nostri nonni e i nostri padri hanno duramente lavorato. Ben vengano nuovi stimoli ma è imprescindibile il riconoscimento di un marchio da cui partire e da cui non ci si deve allontanare. Abbiamo l’opportunità per magnificare il nostro marchio di fabbrica con l’occasione MoMe. Lavoriamo insieme: il design è parte fondante del mondo del mobile, quindi bene la proposta per lo stimolo che comunque potrà generare».
Per l’imprenditore Maurizio Riva, mobili Riva 1920: «Penso che Cantù debba restare Città del Mobile, nonostante il territorio abbia molti meno artigiani di un tempo. Dobbiamo aiutare chi fa formazione, come Enaip, bisogna portare avanti quel che abbiamo ricevuto dai nostri avi. Speriamo di non diventare la città dei supermercati». Per Massimo Moscatelli, componente della Giunta di Camera di Commercio con delega all’internazionalizzazione e tesoriere di Confartigianato Imprese Como: «In tutto il mondo Cantù è riconosciuta come patria del mobile ed è questo che soprattutto ci contraddistingue. Quel che è identitario bisogna tenerselo stretto».
Non mancano i favorevoli alla “Città del Design”. Per Alessandro Bolla, presidente della Consulta per l’Economia: «Sicuramente è positiva questa voglia di cambiare, tra l’altro ne parleremo in Consulta, dove già qualcosa in tema di design si è accennato. Si tratta comunque di un possibile cambiamento a cui sono sicuramente favorevole. E potrebbe essere anche un’iniziativa da collegare al MoMe». Per Enrico Tagliabue, imprenditore di Tabu: «Mi pare che dia un buona immagine, che sia una possibilità estensiva: sono favorevole».
Per Pasquale Diodato, presidente di Cna Como: «Favorevole a Città del Design - dice - la Città del Mobile può essere una definizione reclamata anche da altri territori d’Italia. Qui design dà un valore aggiuntivo al territorio, porta innovazione ed è anche più accattivante». Il dibattito è aperto.
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