Rapina in treno, quattro in cella due sono minorenni

Tra Cantù e Cermenate Nati tra 2004 e 2006: minacce con il coltello a due coetanei svizzeri dopo la serata a Milano: via cellulari, scarpe e soldi

Il coltello puntato addosso a due giovani svizzeri (per rapinarli) che dopo una serata trascorsa a Milano stavano tornando a casa sul treno regionale partito da Porta Garibaldi e diretto a Chiasso. Convoglio che, al momento dell’assalto, era in transito tra Cantù e Cermenate, dove poi i malviventi sono scappati.

Quattro ragazzi – due maggiorenni e due minorenni – sono stati arrestati per rapina e tentata rapina e sono stati portati in carcere (al Bassone e al Beccaria di Milano) in esecuzione di una doppia misura cautelare concessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Como Maria Elisabetta De Benedetto e da quello del Tribunale di Minori.

E’ questo l’esito di una indagine condotta dalla polizia di frontiera dopo la denuncia fatta dalle due vittime il 7 gennaio di quest’anno, in riferimento alla rapina subita che era invece avvenuta nella notte tra il 27 e il 28 dicembre del 2023.

Chi sono gli arrestati

In carcere, accusati di quel doppio colpo (uno solo tentato) in cui a sparire furono non solo un cellulare da oltre mille euro e apparecchiature elettroniche ma anche indumenti e pure le scarpe, sono finiti due italiani di seconda generazione nati in Brianza (Mohsine El Rhalati, 19 anni, e il coetaneo Adam Nabigh, residenti a Lentate sul Seveso) e due loro amici minorenni di 17 anni, il primo nato in Senegal e il secondo in Albania.

Il lancio di un martelletto e la fuga

I fatti di cui stiamo scrivendo sono stati cruenti, sia per l’utilizzo del coltello puntato contro le vittime a scopo di rapina, sia per la violenza nell’aggredirli quando il vagone (in piena notte) era vuoto sia infine per il lancio di un martelletto frangivetro (che aveva colpito alla testa una delle vittime) una volta che il treno aveva aperto le porte, giunto in stazione, consentendo ai malviventi la fuga a piedi verosimilmente dalla fermata di Cantù-Cermenate.

I racconti dei ragazzi svizzeri rapinati (entrambi del 2004), tuttavia, hanno permesso agli agenti della polizia di frontiera di ricostruire l’accaduto. E’ così emerso che i quattro rapinatori avevano conosciuto i due ragazzi ticinesi a Milano, nei pressi della stazione di Porta Garibaldi, e con loro avevano trascorso alcune ore, fingendosi anche amici.

Proprio questo lasso di tempo in compagnia ha permesso agli agenti di recuperare delle immagini di videosorveglianza in cui i sei giovani erano stati ripresi insieme. Da quei frame, erano poi emersi – grazie al sistema “Sari” di riconoscimento facciale – due nominativi, quello di un minore e quello di El Rhalati, già noti alle forze dell’ordine in quanto sospettati di un’altra rapina.

Le indagini hanno quindi puntato su di loro allargandosi poi agli altri due amici. Le perquisizioni hanno infine permesso alla polizia di recuperare buona parte della refurtiva (tranne il cellulare da oltre mille euro) composta di scarpe, borsello, portafoglio, carta di credito, un berretto e altre attrezzature elettroniche, tutti oggetti che sono stati poi restituiti ai proprietari.

Elementi che hanno permesso al pubblico ministero Michele Pecorato (in procura a Como) e al collega dei minori di chiedere e ottenere dai giudici le quattro misure cautelari in carcere tutte eseguite nelle scorse ore. Gli interrogatori si terranno domani.

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