Rissa e coltellate fuori dalla disco: «Mio figlio è vivo, ma per miracolo»

Cermenate La testimonianza del papà uno dei due ragazzi di Lazzate di 21 anni feriti a giugno: «Tre o quattro coltellate in modo vigliacco. Era il suo compleanno. Costretto a lasciare il calcio»

«Mio figlio è vivo per miracolo. L’hanno quasi ucciso. Ora ha dovuto smettere di giocare a calcio». Sono le parole del papà del 21enne di Lazzate che, a Cermenate, in via Maestri Comacini, nella sera del suo compleanno, il 30 giugno, è stato raggiunto, lui e un suo amico, al termine di una serata trascorsa al Koko Summer Garden - nome della stagione estiva del Jet Club - dalle coltellate inferte, questa è l’accusa, da altri due giovani, di 18 e 15 anni, arrestati ora dai carabinieri di Cantù con l’accusa di tentato omicidio.

Un pretesto banale

Il giovane è assistito da due legali, gli avvocati Ciro Cofrancesco e Marina Francesca, pronti alla costituzione di parte civile in sede processuale. «Mio figlio se ne stava andando, era già in auto, quando queste due persone lo hanno fatto scendere - racconta il padre - Pensando che volessero parlare con lui, è sceso. E gli hanno dato tre, quattro coltellate. Senza dire niente. Nella maniera più vigliacca che si possa fare. Lui, sulle prime, non si è quasi reso conto: le coltellate sono arrivate veloci. Ha visto poi il sangue uscire da tutte le parti. E questo, nel giorno del suo compleanno».

«Da come mi è stata spiegata la dinamica - prosegue - un suo carissimo amico, nella calca di questo locale, ha pestato per sbaglio i piedi a una ragazzina. Ha chiesto subito scusa, però il ragazzo di lei non ha voluto saperne, di scuse, e gli ha tirato un pugno in faccia. Tornato nel gruppetto, l’amico di mio figlio ha riferito cosa era successo e c’è stato poi un piccolo parapiglia con l’altro gruppo, che però è finito subito lì. Mio figlio ha detto: “Vabbè ragazzi dai, andiamo via e chiudiamola qua”».

«Per fortuna...»

«Poi - aggiunge - nel momento in cui è entrato in auto, sono arrivati questi due ragazzi che lui non aveva mai visto, probabilmente amici del ragazzo che ha tirato il pugno. E hanno punito lui, mio figlio, che nemmeno aveva fatto niente. Inizialmente ha pensato di essere stato scambiato per qualcun altro. “Ma io non ho fatto niente, perché mi devo beccare questo, perché devono rovinare la vita a me?”».

«L’altro ragazzo, arrivato successivamente, si è preso una coltellata sul braccio e sulla pancia - aggiunge - Con mio figlio sono andati in profondità: è stato fortunato che non sono stati presi organi vitali. Qualcuno ha guardato giù... Mentre questi due ragazzi scappavano, gli amici di mio figlio hanno sentito questi due che dicevano: “Scappiamo, scappiamo, gli abbiamo dato le coltellate”. Si sono precipitati a vedere cosa stava succedendo e li hanno trovati in una pozza di sangue».

«Nel parcheggio del market»

«Preciso anche che, a differenza di quanto si è detto, l’accoltellamento è avvenuto nel parcheggio del locale - afferma il padre - Dopo, si sono spostati da lì: mio figlio sul parcheggio del supermercato si è reso conto di aver avuto ferite così importanti. La verità è questa, ci sono le testimonianze dei ragazzi. E di una ragazza che ha anche salvato la vita a mio figlio: quando ha visto che perdeva sangue, gli ha tolto la camicia e gliel’ha stretta intorno alla vita. Mio figlio sta provando a riprendere in mano la sua vita, anche perché è un ragazzo forte ed è un lavoratore. Ma le ripercussioni le avrà per molto tempo».

I responsabili del locale, a riguardo dell’affermazione del padre, sostengono però che la rissa sia avvenuta sul parcheggio di un vicino supermercato e nulla c’entra il Jet Club con quanto accaduto.

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