Ruggeri e il castello di Carimate «Qui il primo disco con i Decibel»

Il ricordo - Il cantautore milanese:«Era uno degli studi più belli e ci tornammo più volte». Ispirò la celebre “Contessa”

«Ma nel tuo castello come va? Vivi la tua vecchia nobiltà, non sai neanche tu la verità», cantava Enrico Ruggeri quando era il frontman dei Decibel nella celebre “Contessa”.

Di castello, il famoso cantautore, ne ricorda bene uno, quello di Carimate, dove il gruppo punk incise il primo album a fine anni ’70. E lui stesso, sui social, si è lasciato andare a un ricordo, condividendo un paio di scatti di quegli anni giovani e ossigenati: «Il Castello di Carimate era uno degli studi più belli e attrezzati d’Europa. Venne inaugurato dai Decibel per il loro primo album: quando entrammo c’erano ancora gli operai che ultimavano i lavori (diciamo che probabilmente facemmo da cavie)».

L’inconfondibile maniero dal 1977 al 1987 ha ospitato gli Stone Castle Studios, che hanno visto passare da qui i nomi più luminosi del cantautorato italiano, da Lucio Dalla a Fabrizio De André, che a Carimate incise il capolavoro Crêuza de Ma. Mentre Eugenio Finardi, in paese, prese anche casa. Ma non solo: il primo kolossal cinematografico italiano del 1911, ispirato alla Divina Commedia, in cui fu coinvolto anche Gabriele D’Annunzio, vide girare delle scene in esterni al castello. Film realizzato dalla casa cinematografica Milano Films, uno dei cui fondatori fu il barone Paolo Ajroldi di Robbiate, futuro nonno materno di Letizia Moratti.

«In cinque giorni – prosegue Ruggeri - registrammo l’album “Punk” mentre rimanemmo due settimane per “Indigestione Disko” e “Mano armata”, primo singolo dei “nuovi” Decibel e quattro mesi per l’album “Vivo da re”. Era il sogno di tutti i musicisti dell’epoca». Ci torneranno più volte, e, assicura, «era impossibile essere infelici tra quelle mura». Che oggi stanno rinascendo e dovrebbero tornare ad ospitare una struttura ricettiva.

«Durante le registrazioni e i missaggi ero sempre presente – continua - sapevo che c’erano mille cose da imparare, ho capito da subito che un album non è solo una raccolta di canzoni, ma una continua ricerca di sonorità, con uno scopo preciso: avere una personalità unica e restare nel tempo». 

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