Sono in aumento le riconsegne al canile: «Famiglie in difficoltà dopo l’adozione»

Mariano I volontari degli “Amici del randagio” ricevono continue richieste di restituzione Il responsabile Folloni: «Capita quando si prendono senza prima un percorso di conoscenza»

Non più abbandoni in strada, ma rinunce per telefono. È questo il problema esploso anche a Mariano dove “Gli amici del randagio”, l’associazione che gestisce il canile cittadino, riceve due volte a settimana richieste di ritiro del proprio amico a quattro zampe da altrettanti padroni, soprattutto quelli che hanno compiuto un’adozione dal Sud Italia.

C’è chi scopre che il rapporto col cane non era quello che immaginava, chi si ritrova con problemi di lavoro o salute, motivi seppur diversi che portano le famiglie alla stessa soluzione: chiedere il ritiro dei cani al rifugio di via del Radizzone.

«Come l’anno scorso, quest’estate ci confrontiamo con i privati che non possono più tenere il proprio cane» ha confermato Marco Folloni il referente dell’associazione “Gli amici del randagio” che, ormai da trent’anni, gestisce il rifugio di Mariano. «Due volte alla settimana riceviamo richieste di ritiro del cane diventato un problema per le famiglie perché hanno scoperto una malattia, per questioni legate al lavoro o, ancora, per la difficoltà nella gestione, soprattutto quando si adotta un cane dal Sud Italia senza fare un percorso per conoscerlo».

Se sono diversi i motivi che incrinano il rapporto col proprio fedele amico, certo è che per tutti i padroni la soluzione è la stessa, trasversale alla razza: «Una volta, senza microchip, si abbandonava, ora si rivolgono ai canili» ammette Folloni che non nasconde l’amarezza per la scelta che riduce il cane a un problema. «Noi interveniamo dando prima di tutto supporto alle famiglie, mettendo a disposizione un istruttore cinofilo se il problema è il comportamento dell’animale, ricordando a tutti che quando si adotta bisogna prendersi la responsabilità del gesto, perché alla fine ci va sempre di mezzo il cane».

Proprio negli scorsi mesi, l’associazione ha promosso un ciclo di incontri per dare a qualunque persona una chiave di lettura dei gesti del cane. «Quando provengono dal sud Italia spesso sono fobici, timorosi, spaventati, o anche mordaci, dipende da cosa hanno vissuto: bisogna tenere presenti questi aspetti quando si adotta un cane. Purtroppo, però, siamo nell’ora del vuoi una cosa e la ottieni ora con un ordine» aggiunge laconico Folloni che, certo, non desiste dalla promozione di una cultura consapevole dell’adozione.

«Noi facciamo un percorso di avvicinamento per capire se i tempi della famiglia possono adattarsi alle esigenze del cane» ricorda il professionista che oggi conta 53 ospiti in via del Radizzone. «Tra loro abbiamo anche due cuccioli di tre mesi per cui attiveremo sempre il percorso di conoscenza per un’adozione che si riveli ottima». Proprio per trovare una famiglia ai propri ospiti, il 22 settembre, al centro sportivo Ginextra di Carugo, tornerà “La carica dei 100 e più”, la tradizionale festa di fine estate promossa dall’associazione per mostrare alla comunità il proprio lavoro. Chiusa questa parentesi, l’associazione raccoglierà la sfida di candidarsi al bando per la gestione del canile che va in scadenza a gennaio.

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