Tangenziale? Scordiamocela
I soldi per farla non ci sono

Delusione al tavolo sulle infrastrutture. Fermi: «Se lo Stato non mette fondi, non si va avanti»

Sono due i livelli di priorità per le infrastrutture comasche, molto distanti l’uno dall’altro. Il primo, quello più caldo - e che chiama in causa direttamente lo Stato e/o i privati - procede molto a rilento, per il secondo - 30 milioni di euro il conto presentato dai Comuni e che risponde alla voce “opere autonomamente realizzate” - Regione ha annunciato di essere disposta a fare la propria parte. Ma la partita, quella con la “P” maiuscola, che riguarda Pedemontana e secondo lotto della tangenziale di Como vede solo minuscoli passi avanti e ieri al Pirellone durante il tavolo strategico sulle infrastrutture, è emerso che senza risorse statali o senza l’intervento dei privati difficilmente il nostro territorio vedrà il completamento della Pedemontana o la realizzazione del secondo lotto della tangenziale di Como.

Il sottosegretario comasco Fabrizio Turba ha precisato che «si è chiuso per la Pedemontana il contenzioso con l’Ati che fa capo al gruppo austriaco Strabag (4 anni e 20 milioni di euro versati a Strabag, dopo il contenzioso chiuso in prima persona dal presidente Attilio Fontana ndr). Ora la società avrà 12 mesi di tempo per espletare tutte le azioni necessarie per poter proseguire nel progetto. Ciò significa che in un anno andranno trovati soldi e nuovo contraente». Avanti adagio, dunque, con l’iter formalmente ripartito, anche se un anno è un’inezia quando si parla di infrastrutture.

Il progetto scelto

Il dato certo è che il secondo lotto della tangenziale di Como, con l’ancora di salvezza dei privati, non sarà - qualora venisse realizzato - gratuito. La scelta di Palazzo Lombardia è di puntare sul primo progetto da 830 milioni di euro, già in fase avanzata e rispettoso delle varie sensibilità ambientali.

«Vi sarà un nuovo incontro con i sindaci, ma la scelta sta sul progetto con l’impatto ambientale minore. Quella la progettualità individuata. Da soli però non ce la facciamo. Serve che lo Stato metta a disposizione risorse per poter finanziare quest’opera. E qui si innesta il mantenimento della stessa all’interno del sistema Pedemontana. Se così fosse e in gioco entrassero i privati, quell’opera sarà con pedaggio. Se devo scegliere tra il non realizzarla e realizzarla a pedaggio, scelgo quest’ultima ipotesi», rimarca il presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi. Piccoli, anzi minuscoli passi con la convinzione che il risultato ottenuto per la variante della Tremezzina (il 3 marzo si saprà l’elenco delle imprese interessate alla maxi infrastruttura) rappresenta un unicum per il territorio.

Appello allo Stato

«Ai rappresentanti del territorio e ai Comuni presenti, abbiamo chiarito che il secondo lotto ad oggi non è finanziato. Le associazioni di categoria ci hanno sollecitato ad andare avanti. Bisogna ripartire dalla richiesta di finanziamento allo Stato», la chiosa di Fabrizio Turba.

«Su Pedemontana di fatto nessuna novità, per quanto riguarda i promessi pedaggi gratuiti neanche un accenno, sul secondo lotto della tangenziale di Como non abbiamo avuto alcuna risposta», il giudizio del consigliere regionale Pd, Angelo Orsenigo. Presenti il presidente della Provincia, Fiorenzo Bongiasca e i sindaci di Como, Cantù, Erba e Mariano Comense. «Non si possono liquidare scelte così importanti in una sola riunione», il pensiero di Raffaele Erba, esponente M5S al Pirellone.

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