Cronaca / Cantù - Mariano
Martedì 10 Settembre 2024
Tragedia sul Monte Bianco, Sara e Andrea sono morti
Cabiate I corpi recuperati dalla Gendarmerie francese. I due alpinisti erano a 4.500 metri di quota su un ripido pendio ghiacciato che porta alla vetta del Monte Bianco
Le speranze di ritrovare Sara e Andrea ancora vivi, dopo tre giorni e tre notti a 4.500 metri d’altezza con temperature scese anche di oltre 10 gradi sotto lo zero, erano ormai poche. Ma nessuno dei soccorritori, sia sul lato italiano che quello francese, ha mai smesso un attimo di alzare gli occhi al cielo e provare a cercarli non appena il meteo lo permetteva. Ma il miracolo, auspicato da tutti, non c’è stato.
Il Peloton de la gendarmerie d’haute montagne di Chamonix ha trovato i corpi privi di vita dei due alpinisti italiani dispersi sul Monte Bianco da sabato scorso.
A dare la notizia per prima l’agenzia Ansa che ha anche precisato che i corpi di Andrea Galimberti, 53 anni di Cabiate, e dell’amica Sara Stefanelli si trovavano a circa 4.500 metri di quota, in una zona chiamata «Mur de la Cote». Si tratta di un ripido pendio ghiacciato, un muro di un centinaio di metri, che porta alla vetta del Monte Bianco sul versante francese. Recuperati, secondo media francesi, anche i corpi di due alpinisti sudcoreani: anche loro risultavano dispersi sulla montagna da sabato scorso, dopo essere stati sorpresi dal maltempo in alta quota.
L’elicottero del soccorso alpino francese si è alzato in volo nel primo pomeriggio di oggi, martedì 10 settembre, dopo che i colleghi del Soccorso Alpino Valdostano erano stati costretti a interrompere le ricerche sul versante italiano, a causa del vento forte. Il velivolo d’emergenza ha effettuato numerosi sorvoli lungo tutta la cresta del Monte Bianco dalla cima a 4.806 metri a scendere verso l’ultimo punto noto dove si trovavano i due alpinisti. I corpi senza sono stati avvistati dall’elicottero e la squadra li ha recuperati con l’ausilio del verricello. Quindi li ha portati a Chamonix, per l’identificazione ufficiale.
I due amici, soltanto una settimana prima, avevano affrontato con successo la scalata sul Monte Cervino a 4.478 metri.
A raccontare quell’avventura sulla propria pagina facebook era stato proprio Andrea Galimberti, che quella scalata l’aveva affrontata con l’amica Sara Stefanelli. Lui, espertissimo della montagna; lei, appassionatissima che ha affrontato un corso di alpinismo e poi, quando ha conosciuto Andrea, si è aggregata per nuove scalate. Nella notte tra venerdì e sabato avevano lasciato il rifugio des Cosmiques, a 3.613 metri di quota, per raggiungere la vetta del Bianco.
Il loro piano era quello di raggiungere la vetta del Bianco lungo la via Normale francese, detta anche “Trois Mont Blanc Route”. Il “Mur de la Cote”, dove sono stati avvistati i loro corpi, si trova nel tratto finale quello che, dopo un dosso finale, conduce fino alle vetta.
Erano passate quasi 70 ore dall’ultima disperata chiamata dei due alpinisti, bloccati in mezzo alla tempesta (con temperature fino a -15 gradi e venti fino a 150 chilometri orari), che chiedevano aiuto da quota 4.600. «Non vediamo nulla, veniteci a prendere, rischiamo di morire congelati» era stato il drammatico messaggio ai soccorritori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA