Treni in ritardo e code in Posta Mattinata da incubo a Mariano

Servizi e disservizi Quaranta minuti di attesa in attesa per il guasto di un convoglio ad Arosio. Problemi anche allo sportello. «Mezz’ora sul marciapiede». La replica: «Disagi solo in apertura»

Tanto le poste quanto i treni, ieri mattina, hanno messo in fila decine di cittadini a Mariano. Perché nel raggio di un centinaio di metri, si sono create due code: una per poter sbrigare le proprie commissioni agli sportelli delle Poste di via XX Settembre, restituendo un colpo d’occhio delle persone in fila visibile sin dalla stazione dove i pendolari sono stati costretti sulla banchina per 40 minuti, tanto è stato il ritardo accumulato dal treno che doveva partire alle 8,46 da piazza Diaz, a causa di un guasto avvenuto in una delle fermate precedenti, più nel dettaglio, in quella di Arosio.

Il racconto di un’utente

Questa è in sintesi la cronaca dei due disagi lamentati dai cittadini che, più o meno nello stesso orario, si sono confrontati con lunghe file sia in posta che in stazione. E forti sono state le polemiche innescate dalle due code, partendo da quella creatasi a ridosso dei binari poi sconfinata sui social, dove sono state postate le foto del ritardo accumulato dal treno delle 8,46 il primo lunedì di dicembre lungo una linea dove le attese misurano sempre più la distanza tra le persone e TreNord. Perché il guasto ad Arosio è solo l’ennesima motivazione a una circolazione che, lo scorso mese, si è ingolfata più volte nel Comasco.

Non solo la coda in stazione, poco prima, alle 8,30, a essere messi in fila sono stati i clienti delle Poste Italiane di via XX Settembre. «Ho aspettato mezz’ora sul marciapiede» ha raccontato Fernanda Donchi che, ieri mattina, si è presentata davanti all’ufficio all’orario di apertura. «Dovevo ritirare un pacco, per questo sono andata presto pensando di poter così sbrigare la commissione in poco tempo. Invece – ricorda – ci hanno lasciato tutti fuori, anche signori anziani, facendo entrare un cliente per volta a cui un dipendente consegnava a mano il numerino per accedere allo sportello». Scelta incomprensibile per la signora: «La sala d’attesa interna era quasi vuota: ho domandato quindi il perché della fila e mi hanno risposto di non venire in posta i primi giorni del mese quando si pagano le pensioni» ha ricordato Donchi sentendosi mancare di rispetto, soprattutto per i toni a lei rivolti. «Loro sono dipendenti perché esiste un’utenza che ha bisogno del servizio: non si può dire che i primi giorni del mese non possiamo andare in posta quando questa è aperta per dare anche altri servizi».

La spiegazione delle Poste

Poste Italiane, in sede di replica, non ha negato il disagio, ma lo ha ridimensionato e limitato al momento di apertura dell’ufficio, perché chiamato ad accogliere più persone del consentito. L’affluenza è stata gestita secondo il metro della sicurezza che consente l’accesso a 20 clienti contemporaneamente in ufficio, come detto da Poste che, poi, ha assicurato che i dipendenti non hanno invitato a non andare in posta, ma hanno motivato il perché del generarsi della coda, dovuta dal concentrarsi in pochi giorni sia dell’accredito delle pensioni che dei termini di pagamento degli F24 e della Tari di alcuni Comuni. Non resta che attendere il mese prossimo per vedere se si creerà lo stesso disagio.

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