La ragazzina vittima delle bulle al luna park: «Picchiata davanti a tutti, nessuno mi ha difeso»

Cantù Il racconto fatto tra le lacrime alla nonna. Ora il volto si è sgonfiato ed è tornata a scuola: «Volevano romperle il telefono. Ha preso schiaffi, pugni, calci e spintoni. Ora tanta solidarietà»

«Nonna, devo dirti cosa è successo... all’inizio pensavo che fosse uno scherzo... Poi, invece, quelle mi hanno riempito di botte. Mi hanno buttato per terra, anche davanti ad altre persone. C’era gente. Ma nessuno ha fatto niente. Mi volevano spaccare il telefono».

Sono queste le parole pronunciate tra le lacrime con cui la ragazza di 14 anni, picchiata da altre tre coetanee nella zona delle giostre di Cantù, gonfia in viso, si è presentata a casa, a pochi minuti dal pestaggio avvenuto in corso Europa. A raccontarlo, è la stessa nonna: il primo adulto che la ragazzina ha potuto incontrare dopo l’accaduto.

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«Hanno agito in branco»

«Hanno agito in branco», racconta la nonna. Sono giornate di preoccupazione e di sconforto, in famiglia, per quello che è successo a Cantù. Di parziale sollievo per la vicinanza della cittadinanza alla ragazzina, vittima dell’accaduto.

Di certo, per la stessa ragazza, non sono giornate facili. Per nulla. L’ansia, anche a distanza di giorni, è tanta.

La situazione di bullismo al femminile, di cui è stata vittima, lascia sicuramente dentro un segno. E potrebbe anche non essere semplice, per lei stessa, dimenticare.

«Ho ricevuto parecchi messaggi dalle persone che hanno voluto dimostrare vicinanza a mia nipote e a noi - racconta la nonna - e almeno questo fa piacere. La ragazzina lunedì non è andata a scuola, perché ancora non stava bene. Ha ripreso in questi giorni. Era molto nervosa, spaventata e in ansia per quello che è successo. Ancora adesso, è scossa».

Doveva essere, venerdì, un tranquillo pomeriggio al luna park. Le giostre sono arrivate a Cantù, come sempre, nel periodo che precede la festa patronale di Sant’Apollonia. «Mi ha chiesto lei il permesso per andare alle giostre. Le ho detto: va bene, vai, ma per le 18 devi essere a casa. Alle 18.30 mi sono allarmata. Mi ha contattato. Mi ha raccontato quanto accaduto. Le sono andata incontro».

«Non deve ripetersi mai più»

«Si è presa schiaffi, pugni, calci, spintoni. Parolacce irripetibili, certo non da ragazzine. Cose di questo genere non possono accadere - afferma - Quando mia nipote è arrivata in casa, era gonfia in viso. Il gonfiore, per fortuna, ora sembra essere passato. È stata portata anche in pronto soccorso, ma aveva davanti quindici persone davanti e quindi è tornata a casa. Se ci sarà o meno una denuncia, lo deciderà poi sua mamma, la famiglia. Certo è che si tratta di una situazione terribile per una ragazzina. Lei che gridava. La gente di passaggio. E nessuno che fa niente. Io, da persona adulta, se mi trovassi in una situazione simile, non potrei starmene a guardare. Come invece qualcuno ha fatto».

Importante, per la famiglia, che se ne parli. «Una cosa del genere non deve ricapitare mai più - aggiunge la nonna». O, come ha scritto chi, in questi giorni, sui social ha condiviso la pagina de La Provincia in cui si riportava la vicenda: «Tutti devono sapere».

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