Anziana derubata da finta amica: 80mila euro usati per le slot

Montano Lucino Finisce davanti al giudice per circonvenzione d’incapace. Avrebbe pagato la malattia da gioco d’azzardo con le carte della pensionata

Si sono conosciute al parco. Lei, pensionata di quasi 80 anni affetta da un “disturbo schizo-affettivo”. L’altra, 58 anni e una passione (verrebbe da dire patologica, ancorché non diagnosticata) per il gioco d’azzardo. Almeno stando all’accusa sostenuta dalla Procura di Como sulla base di un’indagine dei carabinieri di Lurate Caccivio. Inchiesta sfociata nell’approdo in udienza preliminare per Vincenza Arresta, classe 1965 residente a Montano Lucino. La donna è accusata di circonvenzione d’incapace, furto aggravato in abitazione e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti.

L’inchiesta

Tra l’autunno e l’inverno del 2021, le due si conoscono. Vincenza Arresta - accusano i carabinieri - fa in fretta a conquistare la fiducia dell’anziana. Fiducia totale, al punto che la pensionata acconsente non soltanto a cedere il proprio bancomat ma pure ad aprire un secondo conto corrente sul quale destinare i soldi della propria pensione, conto del quale la finta amica si era fatta dare sempre le carte di pagamento.

Proprio questa decisione di aprire un secondo conto, fa nascere l’indagine. Perché i consistenti prelievi dal conto corrente da parte della pensionata e la decisione di trasferire altrove l’accredito della pensione ha insospettito i funzionari della banca originaria. I quali hanno segnalato le stranezze ai carabinieri di Lurate Caccivio.

Gli accertamenti documentali hanno portato a scoprire in poco più di tre mesi ben 125 prelievi, in gran parte effettuati presso una sala slot di Montano Lucino, per un totale 65mila euro. A questi vanno aggiunti altri 7mila euro prelevati presso il secondo conto corrente, oltre all’emissione di assegni firmati in bianco e la consegna di denaro in contante.

Ma come se non bastasse, in occasione dei loro incontri al parco, Vincenza Arresta sarebbe riuscita a impossessarsi delle chiavi di casa della pensionata, dov’è entrata per portar via monili in oro e carte di credito. Gli oggetti in oro li ha poi venduti presso un compro-oro di Como, il cui gestore avrebbe riconosciuto nell’imputata la protagonista di due vendite per le quali ha incassato poco più di tremila euro in contanti.

Alla fine, fatti due conti, il danno ammonterebbe a circa 80mila euro, sottratti per poter giocare alle slot machine nel giro di tre mesi. La donna di Montano Lucino si trova ora imputata: la prima udienza preliminare si è chiusa con un rinvio, dopo che il difensore dell’imputata ha chiesto ulteriori accertamenti per meglio chiarire le condizioni della pensionata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA