Ca’ Franca e il business delle feste clandestine: gli organizzatori erano studenti

Lipomo Dopo il blitz della polizia la Guardia di finanza sta verificando gli aspetti fiscali

Venti euro a biglietto. Almeno 330 persone presenti. Il calcolo è presto fatto. È un giro da migliaia di euro ogni fine settimana quello che riempiva, clandestinamente, i locali dell’ex discoteca Ca’ Franca. L’edificio di Lipomo, ora, è sotto sequestro preventivo dopo che gli agenti della polizia amministrativa della Questura di Como, insieme ai militari della Guardia di finanza, hanno accertato che i locali venivano utilizzati come sala da ballo non autorizzata.

Il blitz, disposto dal questore, è scattato dopo che gli stessi agenti della Questura di Como avevano saputo dell’esistenza di feste private particolarmente partecipate in quel della Ca’ Franca. A organizzare un gruppo di studenti delle superiori, attraverso Instagram. È qui, sul social, che lanciavano la raccolta delle adesioni e la vendita del biglietto per partecipare. L’evento di sabato è costato 20 euro e il biglietto lo hanno pagato pure gli agenti perché, prima di procedere allo sgombero e alla denunce, volevano essere sicuri della situazione.

Ma è bastato davvero poco per rendersi conto che le voci raccolte erano vere. E così, attorno alle mezzanotte di sabato, gli agenti in borghese hanno dato il via ai colleghi e ai finanzieri che sono entrati nella Ca’ Franca, hanno spento la musica e identificato i partecipanti. All’interno tutti giovanissimi, ragazzi tra i 18 e i 22 anni: 330 in tutto, quelli controllati. Ma di sicuro al momento dell’irruzione dei poliziotti ve ne erano di più: molti si sono allontanati quando hanno visto entrare in azione gli agenti.

Come anticipato sul quotidiano di ieri, l’accusa formalizzata dalla Procura - il sequestro è stato firmato dal pubblico ministero Antonia Pavan - è di aver violato l’articolo del codice penale nei confronti di chi procede all’apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo e intrattenimento senza le prescrizioni di legge, in particolar modo quelle in materia di sicurezza.

Per ogni evento pubblico con oltre 200 persone la legge obbliga chiunque a procedere a una richiesta di autorizzazione che comporta controlli anche da parte dei vigili del fuoco, sul rispetto delle caratteristiche di prevenzione incendi. Inoltre le licenze a suo tempo ottenute dalla Ca’ Franca ormai sono esaurite da anni. I poliziotti hanno accertato la mancanza delle misure di sicurezza, addirittura le uscite d’emergenza non avevano più i maniglioni antipanico.

Durante il controllo i poliziotti hanno accertato che un cittadino tunisino di 53 anni, incensurato ma clandestino, lavorava nel locale in qualità di tuttofare, senza un regolare contratto di lavoro. La Gdf ha avviato accertamenti sul giro di denaro raccolto dagli organizzatori delle “feste private”, che avevano firmato un regolare contratto con la proprietaria dell’immobile.

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