Campione, i conti ancora non tornano e ora si pensa di vendere l’area del lido

La polemica Gli amministratori alle prese con il bilancio, pesante eredità dopo il crac del 2018. Il sindaco: «Contiamo di ricevere offerte, mentre le trattative per villa Mimosa sono ferme»

L’enclave ha ancora problemi con il bilancio. Al punto che, per risanare i conti, è pronta a vendere il lido e, forse, l’asilo.

Prima dell’estate, ceduta anche l’ex sede della polizia locale, il Comune contava di sistemare definitivamente entro la fine del mandato (la prossima primavera) i debiti insorti dopo il crack milionario del 2018. L’idea, non nuova a dire il vero, era quella di vendere altri gioielli di famiglia, come villa Mimosa, più volte messa all’asta senza esito oltre ad alcuni appartamenti dell’edilizia residenziale.

Alternativa

L’alternativa era aprire un mutuo ventennale. Arrivati a settembre il quadro è cambiato. Intanto l’amministrazione ha ufficialmente cancellato dall’elenco dei beni da alienare il porto, dieci milioni di euro di valore complessivi inseriti da più di tre anni tra i beni da vendere, ma che è impossibile cedere perché vincolati al demanio. E poi a breve il Comune è pronto a fare nuovi passi avanti.

«Stiamo velocizzando le procedure di vendita – dice il sindaco Roberto Canesi – tolta la zona del porto contiamo di ricevere offerte per l’area del lido, suddivisa in più parti tra l’ex funivia e l’ex fornace. La trattativa privata per villa Mimosa invece si è arenata, vedremo. Ma cedendo alcuni appartamenti pubblici, un ulteriore terreno e un bene pubblico che vale 2,9 milioni circa e per il quale è stata formalizzata una proposta, dovremmo chiudere tutta la partita. A questo punto senza nemmeno ricorrere al prestito bancario».

Il primo cittadino non vuole sbottonarsi, è vero però che nella seconda metà di luglio il Comune ha ricevuto dall’Agenzia delle entrate una perizia per una prima valutazione dell’edificio del vecchio asilo, la fondazione Garibaldi che aveva chiuso battenti dopo il fallimento del Casinò e il dissesto del Comune. Adesso le materne sono di nuovo attive, ma all’interno dell’istituto comprensivo statale.

Tutte queste cifre però non convincono la minoranza Campione 2.0 che si è già rivolta al nuovo Prefetto di Como Corrado Conforto Galli per fare chiarezza. Nei mesi scorsi i consiglieri si erano appellati anche al Ministero.

Battibecchi

Secondo l’opposizione, stando ai conti fatti dall’organo di liquidazione per i debiti degli anni passati, restano da saldare oltre nove milioni di euro ai vari creditori. Al contrario, ribadisce la maggioranza, il buco a carico del Comune arriva a poco più di tre milioni di euro, perché alcune somme vanno stralciate in base alle procedure semplificate. E altre “partite” gravano invece come da concordato sulle spalle del Casinò, di cui l’ente è socio unico.

Al netto dei battibecchi politici la situazione debitoria del Comune di Campione d’Italia dopo ormai più di sei anni non si è ancora del tutto risolta. Alcuni beni pubblici sono stati venduti, il Casinò è ripartito ed ha garantito nuovi incassi, formalmente però l’ente pubblico è ancora in dissesto economico. E gli amministratori si ritrovano a far di conto tutti i giorni per cercare di sanare la situazione.

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