Casinò di Campione: i proventi non andranno solo al Comune, ma anche a iniziative di utilità sociale

Il caso Via libera alle modifiche dello statuto della casa da gioco. I fondi saranno destinati a tutelare l’occupazione, il territorio e l’ambiente

È arrivato da ben due ministeri - quello dell’Interno e quello delle Finanze - il via libera alla modifica dello statuto della Società di gestione della Casa da gioco di Campione d’Italia, che, al di là dei tecnicismi, rappresenta una svolta importante nelle dinamiche della Casa da gioco stessa, già dalla nuova denominazione ovvero “Casinò di Campione Spa - Società Benefit”.

La novità: soldi per l’occupazione e l’ambiente

La notizia, anticipata dal portale gioconews.it ha trovato conferma in Municipio attraverso le parole del sindaco Roberto Canesi. In buona sostanza - questo il nocciolo della modifica statutaria - i proventi della Casa da Gioco dell’exclave non verranno più unicamente utilizzati per le esigenze di natura finanziaria del socio unico, cioè del Comune, ma saranno indirizzate a interventi per «tutelare e incrementare l’occupazione locale nonché per iniziative a tutela del territorio e dell’ambiente».

Il fallimento nel 2018 e gli anni difficili che sono seguiti

Di sicuro la comunità campionese ha passato i tre anni più difficili della sua storia recente (e non) da quel 27 luglio 2018, quando con il fallimento decretato dal Tribunale di Como, sono stati posti i sigilli alla Casa da Gioco e i 486 dipendenti sono rimasti senza lavoro. Il Casinò ha poi riaperto i battenti il 26 gennaio 2022. A monte di questo atteso provvedimento c’è una delibera del Consiglio comunale, datata 3 ottobre 2022, all’interno della quale erano state recepite ed avallate le modifiche statutarie, a seguito anche dei rilievi mossi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ministero che in quell’occasione aveva indicato anche la necessità di inserire modifiche finalizzate a «promuovere opportunità economiche per individui e comunità» e, non da ultimo, «a tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro».

Da segnalare che in sede di approvazione in Consiglio comunale, nonostante i numeri risicati da parte della maggioranza, in quella seduta datata 3 ottobre era stata introdotta un’ulteriore modifica, di grande interesse, in base alla quale era tornato a far capolino «l’eventuale contributo dovuto alle Province di Como, Varese e Lecco nonché al ministero dell’Interno». Da capire ora come si tramuterà nel concreto questo nuovo comma aggiunto in corso d’opera.

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