Clima, l’esperto analizza l’inverno: «Il più caldo degli ultimi trent’anni»

Tavernerio Fabio Fioramonti è responsabile del progetto NaturalMeteo

Dopo settimane di temperature anomale e di non inverno, si vede finalmente una marcata dinamicità: sono tornate, sul finire della stagione, le piogge in grande stile in pianura e la neve in montagna, anche a quote medio basse. Resta il fatto che l’inverno che si avvia a conclusione è uno dei più caldi degli ultimi decenni.

La meteorologia, con analisi sia teoriche che sul campo, è ormai di casa a Tavernerio. Fabio Fioramonti, responsabile del progetto e canale di comunicazione NaturalMeteo, che sui social conta ormai oltre 80mila followers, analizza questo inverno a dir poco anomalo. Pochissime gelate, temperature sopra la media per il periodo con le ultime settimane, tra gennaio e febbraio, che hanno visto quasi sempre massime a due cifre. Insieme a Fioramonti, 35 anni, si è unito al progetto anche Simone Mura, 42 anni, sempre di Tavernerio, che si occupa di studiare i modelli meteo e di capire l’evoluzione delle dinamiche atmosferiche. Questo gruppo di appassionati ha fondato sette anni fa la pagina Facebook “NaturalMeteo”, e l’omonimo sito internet.

L’imperativo è sempre uno: non solo meteo e previsioni, ma anche osservazioni e raccolta dati sul campo. Il cambiamento della configurazione barica, che ha visto già da giovedì finalmente piogge e temperature in discesa, da questi giovani appassionati di meteorologia viene salutato come una benedizione e un’uscita dal tunnel.

«Il mese di gennaio è stato nelle nostre zone il più caldo da almeno trent’anni a questa parte – sottolinea Fioramonti – Un’anomalia davvero rilevante, che però, per fortuna, non fa il paio con la potente siccità dell’inverno dell’anno scorso. Seppur con temperature anomale e sopra media, nel complesso la stagione invernale ha avuto delle ondate di pioggia in pianura e neve in montagna. Ora viviamo, sul finale di questa stagione, finalmente una forte dinamicità: Sabato abbiamo avuto anche temporali con grandine, anche se a bassa quota è prevalsa la pioggia. La neve torna abbondante in montagna e questo rappresenta un toccasana anche per la stagione sciistica, che complessivamente comunque è andata bene. Una stagione, quella dell’inverno 2023-2024, che si avvia verso la conclusione, quindi, tra luci e ombre».

Fioramonti invita a riflettere sulle temperature anomale, che sono la prova tangibile delle conseguenze dei cambiamenti climatici, così come l’assenza totale di episodi nevosi in pianura e le gelate che sono state davvero poche in tutta la stagione. «Purtroppo abbiamo sotto gli occhi i cambiamenti climatici – chiosa Fioramonti – ma spesso sembra che non vogliamo vederli».

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