Forum Ambrosetti, no del governo al Green Deal: «Non si cancellano così benzina e diesel»

Cernobbio I ministri Salvini e Urso: «Tempi e modi da rivedere, sbagliato imporre l’elettrico». Il leader leghista elenca le opere strutturali per migliorare i trasporti e omette la Tremezzina

È la fine del Green Deal dell’Ue, almeno per come la Commissione europea lo aveva immaginato, stringente per regole e tempi fino ad essere irrealistico. I ministri italiani che si sono succeduti al Forum di Cernobbio in tema di energia e produttività hanno richiamato a un bagno di realtà: non solo l’Italia è in sofferenza per i costi dell’energia e per l’incertezza in cui si trova il settore dell’automotive, ma anche la Germania. Sono quindi da rivedere i modi e i tempi, se l’obiettivo resta quello di ridurre l’impatto sull’ambiente ma non quello di una insostenibilità sociale ed economica.

Si è concluso così sotto una pioggia battente il 50° Forum The European House – Ambrosetti, e senza i saluti della pattuglia delle Frecce Tricolori.

«Il Green Deal non lo fai imponendo l’auto elettrica e mettendo al bando i motori endotermici benzina e diesel dal primo gennaio del 2035. Il Green Deal lo fai offrendo un’opportunità di cambio di modalità operativa e lavorativa», ha detto ieri il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini al Forum quando ha elencato gli interventi strutturali lungo la Penisola, incluso il ponte sullo Stretto e l’alta velocità Roma Bari, fondamentale per migliorare in modo concreto la sostenibilità ambientale dei trasporti. L’elenco delle opere però non ha incluso la Variante della Tremezzina, ora pericolosamente finita in un cono d’ombra.

Sempre sul tema dell’auto è intervenuto anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, argomento che rappresenta il paradigma di quel differente approccio sulle questioni ambientali che al momento divide l’Europa. «L’auto non è un problema italiano, è europeo. Ho intenzione di parlare con la presidenza ungherese in occasione del meeting previsto il 25 settembre a Bruxelles, presentando la richiesta di anticipare al 2025 la revisione (della data di fine vendita per le auto a motore endotermico) - ha detto il ministro Urso – che deve portare a tempi e modalità più sostenibili con una visione di neutralità ecologica, ponendo fine a quella follia ideologica quasi religiosa del tutto elettrico e nel contempo destinando risorse comuni pubbliche agli investimenti dell’impresa. Questa decisione va presa subito perché il semplice attendere altri due anni significa non poter più fare nulla e portare al collasso l’industria dell’auto».

Urso ha poi annunciato un piano per la realizzazione in Italia di piccoli reattori nucleari da vendere in tutto il mondo, Italia inclusa. Annunciando in questo modo, di fatto, la ripresa della produzione di energia nucleare nel nostro Paese. Anche il ministro Giancarlo Giorgetti aveva sottolineato l’importanza della transizione energetica in una logica che si discosta da quella del Green Deal della Commissione Ue. «Sento il dovere di sollevare obiezioni e riserve su un tema che non può essere solo etico e filosofico – aveva detto Giorgetti - condivido il target della Commissione, ma ci sono conseguenze significative e dolorose per le imprese. Per questo esigiamo un terreno di competitività equo, perché le risposte non possono essere asimmetriche tra i paesi» e in Italia il costo dell’energia è di gran lunga superiore che altrove.

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